Tantissimi anni fa andai a visitare le Grotte di Postumia. Fuori il clima era quasi torrido, ma dentro si moriva dal freddo. Averlo saputo, avrei portato con me una leggera giacca a vento, o un pullover. Ne è valsa comunque la pena: erano e sono meravigliose.
Poi ho avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo. Non sto scherzando! Ho conosciuto Proteus, e per meglio dire, il proteus anguinus, che mi ha molto impressionata.
Questo animaletto è un esemplare ancora vivente dell'evoluzione della specie. Non è un pesce, poiché munito di zampe, ma non è neppure un rettile. Vive nel buio delle grotte carsiche, è privo di occhi perché non gli servono, ed è acquatico. Nuota infatti dentro piccoli fiumi sotterranei.
Essendo quasi totalmente a digiuno sull'origine di questa strana specie, ho voluto documentarmi e in questo post, alle mie considerazioni, ho unito anche fonti di ricerca. Non desidero far passare totalmente per mio quanto ho potuto apprendere altrove, soprattutto per i termini scientifici dei quali sono all'oscuro.
Quel che ho potuto appurare de visus, è che gli esemplari che mi sono apparsi, sembravano, per il loro aspetto roseo e senza squame, per i brevi arti, simili ad un embrione quasi umano, o di altri animali mammiferi. Impressionante!
Segue qui il frutto di mia qualche ricerca per meglio approfondire l'argomento.
Danila Oppio
Da notare le sporgenze rosa intenso alla base del collo, quasi fossero una collana!
Il proteo (Proteus anguinus Laurenti, 1768) è un anfibio urodelo appartenente alla famiglia dei Proteidi, unica specie appartenente al genere Proteus. È l'unico vertebrato troglobio (ossia che vive e si riproduce esclusivamente in grotta) presente nel continente europeo e, al contrario della maggior parte degli anfibi, è una specie completamente acquatica. È endemico delle acque sotterranee che scorrono nell'altopiano carsico e nelle Alpi Dinariche, in particolare nella Slovenia meridionale, nella Venezia Giulia italiana (vicino alla città di Trieste), nella Croazia occidentale e nella Bosnia-Erzegovina.
È una specie molto conosciuta per i suoi adattamenti alla vita in ambiente sotterraneo, in particolare all'assenza di luce. Il proteo è un animale cieco e anoftalmico (privo di occhi), e ha sviluppato altri organi di senso, in particolare quelli per l'olfatto e l'udito. Inoltre è totalmente depigmentato. È un animale neotenico, ossia mantiene le caratteristiche della larva anche allo stadio adulto, così come avviene in alcuni anfibi americani, tra cui l'axolotl (Ambystoma mexicanum) e le specie del genere Necturus.
La gente del Carso era da sempre abituata a una vita in mezzo alle grotte, agli abissi, ai fiumi e ai laghi carsici e alle curiose presenze di risorgive d'acqua che comparivano improvvisamente dal sottosuolo dopo importanti precipitazioni o alluvioni. Ma quando queste sorgenti portavano in superficie strani “pesci” dalla pelle pallida, con un corpo longilineo, una coda lunga e quattro zampe, era qualcosa di eccezionale. La gente locale credeva che nelle Grotte di Postumia vivesse uno spaventoso drago e, pertanto, supponevano che queste bizzarre creature fossero dei cuccioli di drago.
Chi riuscirà a domare il drago?
Le storie sui “cuccioli di drago” non hanno suscitato l'interesse solo dei curiosi del posto bensì anche degli scienziati. Nel XVIII° secolo, ci fu una competizione tra i biologi, quasi una specie di corsa per chi sarebbe stato in grado di presentare per primo la nuova specie vivente proveniente dalle Grotte di Postumia. Giovanni Antonio Scopoli fu il primo ad ottenere degli esemplari viventi di questi inconsueti animali. Nel 1768 i “cuccioli di drago” vennero descritti per la prima volta dalla comunità scientifica ricevendo il nome latino: Preoteus anguinus. Addirittura, lo stesso Charles Darwin nella sua opera, L'origine delle specie (1859), ebbe modo di scrivere su questi insoliti esseri del sottosuolo di Postumia.
Il Proteo è una specie autoctona del carso dinarico e, pertanto, lo si può incontrare solo in una parte limitata del mondo. In quest'area ristretta, il suo domicilio principale è rappresentato dalla Slovenia e dalle Grotte di Postumia. Le specificità dell'ambiente sotterraneo – vita nell'oscurità, temperatura costante e lunghi periodi senza cibo – fanno del Proteo un pioniere della sopravvivenza, le sue caratteristiche uniche fanno immaginare alla presenza di superpoteri.
Supereroi!
I protei appaiono unici già dalla loro apparenza: hanno un lungo corpo anguilliforme, con i loro 25 – 30 centimetri di lunghezza sono tra i predatori cavernicoli più grandi. La loro pelle è pallida, rosata sembrando quasi trasparente. Le zampe sono corte e presentano 3 dita sugli arti anteriori e due su quelli posteriori. Nell'acqua si muovono serpeggiando, gli arti sono solo un ausilio per il movimento. Respirano attraverso branchie esterne e polmoni rudimentali. Benché gli esemplari adulti siano privi di occhi, grazie a dei recettori presenti sulla pelle, sono in grado di “vedere” tutto e captare molto bene la loro preda, la loro pelle è molto sensibile alla luce. Riescono a sopravvivere senza cibo fino a 12 anni, possono vivere fino a 100 anni.
Mia nota: nasce spontaneo chiedersi quali tipi di prede catturano, considerato l’ambiente gelido, buio e privo di vegetazione in cui vivono. Sarei proprio curiosa di saperlo
I segreti dell'amore
Da secoli i protei impressionano gli scienziati non tanto per i loro superpoteri quanto per uno dei loro segreti ben custoditi: la riproduzione. Vivendo nell'oscurità dei fiumi e dei laghi sotterranei dove si riproducono, gli scienziati non hanno avuto molte opportunità per osservare la loro vita amorosa. Grazie ad un evento casuale avvenuto all'interno dell'acquario da esposizione dentro le Grotte di Postumia è stato possibile avvicinare il loro ciclo di riproduzione alla scienza. E così, nel 2016 è stato possibile seguire per la prima volta e dal vivo la deposta delle uova e la nascita di 21 draghetti che sono diventati ben presto delle star tra i media mondiali.
Meravigliosi, vero, questi Protei? Sembra quasi che la Natura, passando dai Pesci agli Anfibi e poi ai Rettili, se li sia dimenticata in una Grotta dopo averli messi al mondo. L'hanno chiamato Proteo come l'antico dio trasformista e Anguineus perchè già suggerisce il serpente che verrà di lì a poco...
RispondiEliminaAngela
Si, mi ha sempre affascinato questo esserino. Forse l'evoluzione della specie si è fermata in loro a causa del buio delle grotte. in mancanza della luce e del sole, il processo evolutivo ha detto stop, lasciando a noi testimonianza di come fosse stato quel passaggio tra pesci e rettili.
RispondiEliminaGrazie Danila, non lo conoscevo e mi hai incuriosita.
RispondiEliminaMi fa piacere se ti è di interesse questo argomento. Sono esseri strani, e a vederli da vicino impressionano un poco. Ma la loro storia è davvero particolare. L'evoluzione della specie per loro si è fermata tra il passaggio da pesce a rettile. Ciao e grazie per il commento.
RispondiEliminaDanila