Io
non sognavo affatto questa cosa, la sognavo allora, era la me di allora. Volevo
solo, in punta di piedi e molto silenziosamente, riaffacciarmi a
un mio mondo perduto, a uno dei miei tanti mondi perduti. Ma con qualcosa di
nuovo nato in me e per ora sono
solo sensazioni.
Devo alla me di allora, andare a quella premiazione e a quel pranzo. Ma ci penso poco, in genere recito a soggetto. Mi
reinvento sul momento a seconda di
cosa accade.
Oh,
non ti preoccupare, mentre organizzo cose alte (oggi ho spedito i segnalibri e
solo dopo abbiamo stampato i biglietti da visita) preparo la lista di quelle basse ma necessarie:
pigiama, ciabatte, mutande, bla bla bla...
Oggi,
fra la Banca, la Posta, il mio amato fruttivendolo (che se ce la fa quella
domenica viene al pranzo, il sabato non può perché chiude alle 19:30), e commissioni varie e poi i
biglietti da visita (sfocati come dicevo, ma va bene così) che me li hanno
tagliati tutti subito, son stata fuori
3 ore con Belinda e poi ho fatto le cose in casa. Dunque non se ne parla
di ricordi e nemmeno di
trascrivere
frasi su pc e neanche domani perchè ho Jamila e l'insetticida da dare...
Ciao.
Angie
(da email a Danila: 4 aprile 2016 ore 18:39)
Devo alla me di allora,
andare a quella premiazione e a quel pranzo.
Ha due significati:
1) Che
è mio dovere andare per tener fede ai sogni della me del passato
2)
Che è grazie alla me del passato, col suo fumetto, che
sono stata premiata
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