La sedia vuota
E cosa penserà il mio cane
Con gli occhi d’acqua, lamentosi e tristi
Mentre sospira a te che m’hai lasciato?
Chi chiamerò per dirgli
“Non sei solo
c’è lei con me, dai corri per le scale,
t’aspetta
appena entra”,
il fischio modulato d’un cuore ancora vero?
E cosa penserà il mio cane la sera?
La sera che lo lascio a custodirmi casa
E trovo i suoi collant distrutti
per la rabbia d’esser, dice lui,
tradito?
E cosa penserà il mio cane
ciambella di riccioli ed orecchie e naso e
occhi,
sulla tua sedia vuota
adesso che non torni?
Ricorderà i tuoi baci
per cui s’ingelosiva
O il tempo, ha detto Dio,
per lui non è creato?
Che cosa penserà il mio cane
Che non ha Dio, né inferno
né limbo o purgatorio,
ma solo il paradiso
se tu mi sei vicina?
Sospirerà stanco, deluso ormai.
Trafitto!
Dall’ultimo minuto della speranza vana
di riascoltare il fischio, rossetto, baci,
amore.
E poi ritornerà,
ciambella ormai delusa,
su quella sedia vuota,
a sospirare a Dio
che l’ha lasciato in vita.
Salvo Figura
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