Il giorno della Terra
E venne il giorno di Madre Terra.
Tossendo e sputando catrame,
le guance flosce da troppi prelievi,
gli occhi annebbiati da tanto smog,
la pelle sfruttata e riarsa da concimi e Ogm,
sollevò lo sguardo a stento e pianse
come mucca senza latte.
Pianse il furto dei
boschi, l’acqua inquinata
i rattoppi del cielo, i ghiacci che si sciolgono,
gli animali spariti, i monti seviziati,
i deserti trapanati, le coste cementate,
i torrenti senza freni, i fiumi di fango.
E si chiese perché.
E si chiese per chi.
<Sconto la prepotenza del tutto e subito,
l’arroganza del denaro,
l’intelligenza di chi sa sfruttare,
la pochezza della mente umana
che gingillandosi con la motosega
fa a pezzi la sua sopravvivenza>.
Un moto di stizza le arrossò il viso.
<Mi state uccidendo
omuncoli fessi, ma non sapete
quanti ne posso uccidere
prima di morire>.
Per la rabbia dimenticò
che tutti, in ogni caso,
sarebbero morti insieme a lei.
(Lorenzo Poggi 22 aprile 2013)
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