Allora, Angie, aspetto gli scritti
sul block e lo riporto sul blog! Ora si, davvero, devi prenderti una pausa,
prima che si scarichino le pile! E per essere in piena forma quando andrai a
Cattolica!
Immagino la tua felicità e la
condivido!
Dani
Figurati che ho letto <<prima che ti si scarichino le
palle>> ! Vabbè.
No. Non sono felice.
Lo sono quando riesco a esprimere qualcosa di molto bello molto sincero
molto sentito. Stanotte mi è successo.
E l'ho messo su carta. Ma oggi non ho voglia di trascriverlo su pc. Mi
sono dedicata al brodo, a imbustare segnalibri per te e per altri, fra un po'
mi farò le tartine col fegatino del cappone...
Ho organizzato troppo. Tutto si è incastrato bene e io al premio non ci
penso più, per me è acqua già passata e nemmeno il ponte sotto cui è passata me
lo ricordo più.
Mi annoia e anche mi irrita spargere incenso sul passato, anche se mi
rendo conto che, essendo sconosciuto, è giusto dargli una bella spolverata. Ma
è appunto di polvere che non ne posso più.
Ho ricacciato dentro il pensiero del futuro perché non voglio che mi
angusti. Adesso so per esperienza che il futuro si fa strada da sé quando lo si
desidera, perché dentro non son ferma, penso sento elaboro inconsapevolmente.
Ma talvolta mi chiedo: e quando queste mani riprenderanno una penna, una
matita un pennellino per tracciare qualcosa di nuovo?
Mandai quel fumetto senza sperare altro che in un giudizio, perché, mi
dicevo sono stata sorpassata dalle tecniche dalle idee, da tutti questi anni e
i giovani mi surclasseranno. Ma mi dicevo anche: imparerò, io imparo in fretta,
accetterò di essere obsoleta, lenta, pigra, non al passo coi tempi tecnici.
E allora non t'arriva 'sto premio? Voglio proprio vedere gli altri
disegnatori, sono sicura che almeno loro con le loro opere mi faranno arrossire
delle mie piccole cose.
Angie
Ma non devi essere giù di morale! Mi permetti di
darti un piccolo consiglio, se lo accetti? Lo so per esperienza, che mettere il
naso nelle vecchie cose del passato, come i tuoi disegni o scritti, se da un
lato fa piacere rifare dei passi all'indietro, dall'altro fanno sorgere un po'
di malinconia. Allora se fossi in te, farei così: finisci in fretta di
riordinare i documenti che hai prelevato dalla casa dei tuoi, lo farei con
nonchalance, giusto per trovare un posto dove archiviarli. Più avanti li
riprenderei in mano, ma non prima di aver realizzato qualcosa di nuovo. Un
disegno, un acquerello, una poesia o un brano in prosa.
Qualcosa di eccitante, di entusiasmante. Giusto per dare uno stacco col
passato. Ma ricorda che quel passato oggi è tornato in auge, facendoti vincere
una buona posizione a quel concorso. Le tue piccole cose, Angie adorata, sono
come i diamanti: piccoli nelle dimensioni, ma di grande valore!
Per quanto riguarda l'esser pigra,
lenta, (non obsoleta) ognuno ha i suoi tempi, e come dice il proverbio: chi va
piano, va sano e va lontano!
Un bacione e sorridi!
Dani
Veramente io ho trovato posto a quasi tutto.
Mancano solo questi ultimi 4 sacchetti e poi c'è da rivedere il tutto.
Disegnare è molto più impegnativo che scrivere,
scrivere lo fai dappertutto. A dir il vero ho anche disegnato dappertutto, tranne nei cessi...
Una volta, a 19 anni, quelli del Circolo di
fantascienza mi dissero di correre a dipingere una scritta per una mostra in
tema che ci riguardava << Vai ci sei
solo tu!>>. Avrei potuto rifiutare, visto che ancora non ero socia del
circolo, ma mi è sempre piaciuto rendermi
utile. Così arrivai da questo vecchio signore, cultore e organizzatore di
mostre, il Signor Grasso, se non sbaglio, che nome
buffo. Ero andata con un unico pennello, il più grosso che possedevo avevo
portato, trattandosi di una scritta e forse
avevo una matita nella tasca posteriore dei calzoni, per tracciare quelle
famose righe che mi permettevano poi di costruirci sopra o in mezzo, qualunque cosa. Ah, sì, e poi mi portavo
dietro un tubetto di colore nero a olio, pittura che non mi piaceva (troppo puzzolente) ma avevo provato a
usare.
Il burbero Signor Grasso mi mise al lavoro su una
tavola di tela che in alto mancava della scritta e mi disse cosa dovevo
metterci.
Poi guardò la mia apparecchiatura da pittore e
storse il naso, la bocca, tutta la faccia. E mi lasciò sola.
Tirai le mie due righe parallele, credo con un
pezzo di cartone trovato lì. Poi a mano libera segnai con la matita la traccia
delle lettere.
E cominciai a dipingerle. Dio com'era duro da
stendere quel colore a olio (non avevo l'acqua ragia e non volevo chiedere
niente a quel signore così importante e così
schizzinoso), ma avevo la schiena e il braccio di allora, per fortuna.
Alla fine la scritta fu pronta.
Il Signor Grasso se ne ritenne soddisfatto e io me
ne andai, dispiaciuta di dover abbandonare la mia nuova creatura, anche se era solo la scritta estemporanea sulla tela d'ingresso
di una mostra di provincia.
E non ricordo nemmeno le parole.
Angie
Direi che hai fatto un ottimo lavoro. Hai visto le
altre gallerie d'arte Angela Fabbri che ho pubblicato ieri? Sono bellissimi i
tuoi fumetti, così inseriti con lo sfondo colorato. E gli ultimi due tuoi
panorami per Tarzan, uno schianto! Roba da artisti provetti! Da
incorniciare
Dani
No, solo un incredibile desiderio di riportare alla luce le antiche
stampe. Il TARZAN, infatti, è disegnato tutto a china nera con la cannetta e i
pennini delle elementari.
I miei 4 fumetti completi sono tutti sperimentali. In ognuno, anche se
la china è costante, ho un voluto un modo diverso di usarla a seconda del
soggetto della storia.
Gli amici di allora, più grandi di me, mi dissero che mi davo da sola una
fregatura: deve essere riconoscibile lo stile per riconoscere l'autore!
Stupidi! Si deve essere fedeli all'opera che si sta eseguendo: la forma in
cui viene espressa deriva dalla sostanza dell'opera stessa. L'ho sempre
sostenuto e lo sostengo tuttora, a spada tratta.
Forse è per questo che dimentico presto le cose che costruisco. Una
volta fatte, non mi appartengono più. E che portino il mio nome m'importa
adesso, finché sono in vita, perché se me ne parlano, ricordo che le ho fatte
io e ho nostalgia di quando eravamo tutt'uno.
Adesso, Dani, dai uno sguardo ai brani di questa opera incompiuta
(interrotta definitivamente nel 1981) e la mia ultima.
Cos'ha a che fare con i manichini colorati della "Vacanza" o
con il segno pulito del Tarzan?
A domani col caffè. Io ci metto anche un dito di latte e ci intingo la
brioche al miele.
Angie
ti allego una foto (quasi) d'epoca.
La scritta l'ho pitturata nel 1970. Questa foto è stata fatta la serata finale del Festival di Fantascienza di Ferrara nel 1973.
Io sono la piccolina seduta e mio fratello Daniele è il giovanotto in piedi al centro.
Ciao.
Angie
ed ora ecco Angela quando aveva pressapoco l'età in cui disegnava questi straordinari fumetti!
La me che dipinge la scritta mi ricorda molto Sesìl: giovanissima, con le idee ancora poco chiare su se stessa, ma molto volonterosa...
RispondiEliminaAngie
Mi fa piacere quanto dici, mi era infatti parso di capire che per te Sesìl sia quasi come una figlia adottiva!
RispondiEliminaHo trovato in Sesìl la figlia che non ho mai avuto.
RispondiEliminaPer lei penso di essere una seconda mamma un po'matta.
Angie