Graziella Cappelli era nata il giorno della Liberazione dell'Italia, il 25 aprile 1945, ed è scomparsa quest'oggi, 8 settembre, anniversario dell'armistizio. Una coincidenza incredibile per Graziella, empolese doc, amante della poesia e spirito libero. Nel suo sito nel corso degli anni ha riportato molte delle sue opere. Gli ultimi suoi libri sono stati Rossella tra sogno e realtà e Versi per la vita, a firma congiunta con Eugenio Borgioli e Carlo Prosperi. "Una donna e amica meravigliosa. Dopo una malattia che non ha mai piegato il suo spirito positivo ma solo il suo corpo, ci lascia una grande anima", ha spiegato l'editrice Marzia Carocci. "Graziella Cappelli lascerà a tutti noi le sue parole eredità di grande amore verso la natura, l'uomo e gli animali. Amica sensibile donna di grande spessore umano. In me lascerà la certezza che esistono anche le brave persone incapaci di cattiveria. Ci mancherai Graziellina, mi sembra impossibile non vederti più al tuo posto dove attendi con gli occhi lucidi di declamare una poesia". Dalle 15 di oggi la salma sarà esposta alle cappelle del commiato dell'ospedale 'San Giuseppe' di Empoli. Chi andrà per un saluto dovrà passare dall'interno dell'ospedale per la misurazione della temperatura corporea. I funerali si terranno giovedì mattina presso la Chiesa di San Martino a Ponorme.
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Così la ricordano amici comuni, poeti e poetesse:
LORENZO POGGI
E poi impari ...
a dipendere
dagli altri
a stupirti
per un sorriso.
E capisci
che non sei sola e
che la vita
ti ha dato tanto.
Ringrazi tutti
per i doni
e gioisci
di essere arrivata
fin qui.
E felicemente
ti lasci andare
nelle ombre lunghe
di una sera
d'estate.
Con l'amica concittadina, scrittrice e poetessa come Graziella
Luisa Bolleri
Graziella era molto legata a suo padre e a suo fratello, e per loro ha scritto due toccanti poesie colme di rimpianto per la loro perdita. Ora sono di nuovo insieme, in quell'Altrove dove le anime belle si riuniscono.
ti comprerei
un cappotto
nuovo
un vestito
un paio di scarpe.
Metterei
sul tavolo
la tovaglia
più bella
una bottiglia
di vino rosso
pasta al sugo.
Ti guarderei
mangiare
come un bambino
affamato
e dopo...
con fresco tabacco
t'incarterei
una sigaretta.
Come
una volta...
babbo.
Graziella Cappelli
Hai capelli d'inverno
occhi
lucenti d'onice.
Riaffiorano
ancor sulle ciglia
aquiloni bianchi e
rocchetti intagliati
d'infanzia.
Partisti
un giorno e
sulla panca
in fredda cucina
ti scrivevo
lettere
su fogli di scuola.
Ora
più non corriamo
nella campagna
la nostra casa è
letto di strada.
Graziella Cappelli
Poi la malattia...la induce a scrivere questi drammatici versi
DODICI PASSI
Piango il dolore
Nella camera
Sterile
Di dodici passi.
Di lato
La cara compagna
Di viaggio
Dalla finestra
Le torri snelle
Di Siena
I verdi dolci pendii.
Veleggiano
Gli Angeli
Con ali azzurrine
E mascherine
Ad appendere
Flebo di speranza
Mentre
Il letto
è un pianto
Di fisarmoniche
E il cuscino
Innervato di preghiere.
Graziella Cappelli
Ed ora voglio ricordarla anch'io, la dolcissima amica Graziella. Lo scorso anno mi volle inviare in dono il suo libro ROSSELLA. Gliene mandai alcuni miei, e dopo la preziosa lettura, scrissi per lei una recensione che ho pubblicato su questo blog e che riporto ancora.
ROSSELLA – Recensione di Danila Oppio
Ho appena finito di leggere il libro di Graziella Cappelli.
Mi ha trasmesso due sentimenti che iniziano con la lettera D: dolore e dolcezza. Nella ricerca del tempo perduto, racconta in retrospettiva l’infanzia della protagonista del romanzo. Breve ma intenso.
Mi è parso di retrocedere nel tempo io stessa, anche se sono nata pochi anni dopo Rossella che è venuta al mondo sul finire della II Guerra Mondiale, quando la povertà viaggiava sui binari sconquassati dal tremendo conflitto.
La protagonista era una bambina curiosa, allegra, anche se timida, dalle tipiche reazioni che l’aggettivo suggerisce. Quando si è piccoli, s’intuisce la situazione in cui si vive, ma non fino a comprenderla del tutto.
Così Rossella adulta decide di incontrare Rossellina bambina. La segue in quel che fa, e rivive con lei quei momenti che pensava fossero stati sepolti dal tempo e dai cambiamenti. O forse li ha solo voluti allontanare poiché i ricordi possono anche far male.
Le descrizioni della vita contadina di quei tempi - ormai totalmente modificata grazie all’uso di macchinari che sollevano dalla fatica il mestiere di agricoltore - sono così nitide, che pare di riviverle nel presente.
E lungo i viottoli polverosi e sassosi, Rossella va e torna da un viaggio nel tempo, e nel rientro, capisce che è giunta l’ora di perdonare anche se stessa. Di quali peccati non è dato sapere. Dal mio punto di vista, la definizione di peccato è eccessiva, preferisco definirlo uno spiacevole inconveniente o un errore di scelta, tracciato su percorsi difficili e su strade metaforicamente polverose, non idonee a donare serenità.
Tutto però si evolve nell’esistenza di ognuno di noi, e alla fine si guarda al presente, a ciò che abbiamo costruito, alla vita povera e forse infelice che abbiamo lasciato alle spalle, e il sereno torna a risplendere come il sole che sorge al mattino, quando aprendo le finestre della nostra casa dignitosa dove non manca nulla, si respira la pace del cuore.
La penna di Graziella è delicata, sensibile, mnemonica. Così come si trova nelle sue poesie spesso dedicate alle bellezze naturali, nelle quali lei s’immerge e si rispecchia, come fosse Alice nel Paese delle Meraviglie. Consiglio vivamente la lettura. Danila Oppio
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