Il ciclo della vita
L’essere umano, come da sempre sostengo, è molto legato al suo aspetto esteriore. Arriva a prendersi così cura del suo corpo, al punto da ricorrere alla chirurgia estetica per apparire sempre giovane, spesso con risultati deludenti, tanto da rendersi ridicolo. Si crogiola nell’assoluta convinzione di ritardare la propria morte, illudendosi di vivere in eterno. Non è questa nostra materialità a essere immortale ma l’anima. Ora però non è di ciò che voglio trattare, ma di una storiella che mi è venuta in mente la scorsa notte.
Sono morta, su questo non ci piove e non si piange. Mi sono fatta cremare, perché l’idea che il mio corpo si decomponga nell’interno di una bara mi disturba parecchio. Sono claustrofobica... ridete pure.
La mia polvere è stata sparsa nel terriccio del sottobosco.
Un vermetto si nutre di quel che di me rimane.
Un uccellino lo vede, e col becco lo raccoglie e lo porta al nido per nutrire i suoi piccoli che, volando lasciano le loro deiezioni sopra un prato di erba medica e la concima.
Una mucca al pascolo se ne nutre.
Il suo cibo si trasforma in latte.
Un neonato lo succhia dal biberon.
Così entro nell’organismo di una nuova creatura, e il mio corpo continua parzialmente in altre vite, contribuendo alla catena alimentare.
Il bimbo fa la cacca, e quella finisce nell’inceneritore della discarica.
Un vermetto se ne nutre….
E la storia continua.
Niente scompare, tutto si rinnova.
La sequenza può anche cambiare, la mia cenere potrebbe finire nell’organismo di un altro animale, ma poco importa.
O essere utile alla vita vegetale oltre a quella di altre creature.
Non sono finita, se rinuncio alla tomba che non produce niente.
La mia anima, quel che la mia mente produce e realizza, viaggia su altri lidi e orizzonti. Ed è questa cui devo dare importanza, non alla fisicità che naturalmente invecchia e muore.
“Cenere sei, e cenere diverrai”: la trasformazione della materia, cui non do peso. È altra la mia aspirazione. Amare, fin che mi è dato tempo per farlo e dedicarmi alle cose realmente importanti che nutrono lo spirito.
Siamo polvere di stelle, e comprendo il motivo per cui i buddhisti sostengono che rinasciamo in altre vite e in diverse forme anche se, a mio avviso, si tratta solo di ciclo vitale. La nostra vera essenza è l’unicità della nostra anima: irripetibile.
Danila Oppio
Anch'io sono per la cremazione e lo spargimento delle ceneri in terra... Bello il ciclo che, come hai descritto, ne deriva. E' questa storia dell'Anima che m'intriga. Se già adesso, da vivi, siam puntini di polvere cosmica, cos'altro dovrebbe rimanere di noi?
RispondiEliminaAngela
L'Anima è impalpabile, così come i pensieri e i sentimenti, eppure esistono, eccome! Quindi voglio credere che l'anima sia destinata all'Eternità.
RispondiEliminaDanila
Hai ragione, non ci avevo pensato, impalpabile come i pensieri e i sentimenti che eppure ci sono e sono ben vivi! Metti il tuo brano nel libro, Danila, assieme ai nostri commenti. Grazie.
RispondiEliminaAngela
Benchè, dopotutto, i pensieri e i sentimenti scaturiscono solo da scambi di elettricità fra zone del cervello. Ma quel che vuoi dire è che: Una volta nati, quei pensieri e quei sentimenti vengono affidati a altri mezzi di trasporto che ancora non sospettiamo neppure e viaggiano nel cosmo, come poi, in verità sappiamo che succede per ogni momento della nostra vita che sia stato fotografato dalle stelle...
RispondiEliminaAngela
IL tuo testo mi è piaciuto molto, Danila, e mi ha anche incuriosito. Speriamo che sia vero quel che dici, sarebbe una grande consolazione.
RispondiEliminaUna caro saluto.
Piera
Grazie cara Piera per il gradito commento. Un abbraccio
RispondiEliminaDanila