facciata della Chiesa di S. Paolo a Damasco |
Palmyra: il palazzo di Diocleziano |
Latakia al tramonto - luogo balneare sul mar Mediterraneo |
Il Krak dei Cavalieri |
Giardino davanti al museo archeologico di Aleppo |
Ingresso del museo archeologico di Aleppo |
Scorcio di Aleppo |
Aleppo by night |
Panorama di Aleppo |
Rovine della chiesa di San Simeone lo stilita |
Hama - Homs - Apamea – Ebla - Aleppo- Maaloula - Damasco - Palmyra
Dopo una breve visita della città, famosa per le
gigantesche norie di cui alcune sono tutt’ora funzionanti, si prosegue verso
nord visitando i siti archeologici di Apamea, che impressiona per i magnifici
colonnati, ed Ebla. Giunti ad Aleppo ci si reca al bazar (suk) coperto, uno dei
luoghi che lasceranno una forte impressione, considerato uno dei mercati più
pittoreschi e vivi del Medio Oriente, dove tra le mille cose interessanti si
trova l’eccellente sapone all’olio di oliva ormai conosciuto in tutto il mondo.
La
prossima tappa è il bel villaggio aramaico di Maalula, con le casette azzurre
appoggiate tra le rocce di un monte; qui sopravvive una comunità che utilizza
ancora l’antica lingua che fu di Gesù. Si prosegue sempre in direzione nord
sostando a Homs, dove si trova la moschea di Khalid Ibn Al Walid, che presenta
una sintesi degli stili artistici bizantini, ottomani ed arabi. Da qui si
raggiunge Crac des Chevaliers, il possente e famoso forte crociato costruito
intorno al 1150, che domina severo un panoramico monte ed è splendidamente
conservato, un luogo che merita un’accurata visita. Ci si reca quindi alla città
di Hamam dove si possono ammirare le antiche norie.
Al
mattino si effettua un’escursione ad ovest della città per raggiungere i resti
della bella cattedrale che venne eretta nel luogo dove San Simeone passò la
vita sulla cima di una colonna. Rientrati ad Aleppo si visitano la cittadella
che ne domina il centro, ci si reca al museo archeologico che conserva le prime
forme di scrittura ittita, su tavolette di argilla, quindi si prosegue ai Khans
e alla Grande Moschea.
Si lascia
Aleppo in direzione est seguendo il corso dell’Eufrate per poi iniziare l’attraversamento
del deserto siriano in direzione sud arrivando all’antica città di Sergiopoli (Ar
Rasafeh). In questo sito d’inaspettata bellezza, che sorge cinto da vaste mura
nel mezzo del deserto, sono particolarmente impressionanti le gigantesche
cisterne sotterranee. Proseguendo, si visitano le rovine del castello e sito
carovaniero di Qasr Hier Sharqi e si raggiunge l’oasi di Palmyra.
Un’intera
giornata va dedicata alla visita del grandioso sito di Palmyra, perla del Medio
Oriente. I punti principali sono il castello, il teatro, le tombe e il grande
tempio di Baal, oltre al museo. Si potranno godere momenti particolarmente
evocativi passeggiando tra i lunghi colonnati che attraversano l’antica città(cardo
romano) o tra i cenotafi a torre della necropoli nel deserto; sembra quasi di
scorgere la presenza della bellissima regina Zenobia, con i palmeti che
abbracciano i resti di quello che fu il suo grande sogno, l’indipendenza da
Roma. I tramonti dalla collina del castello che domina l’oasi sono una delle
visuali più affascinanti di questo bel viaggio.
A
Damasco, la casa di Anania, colui che ridiede la vista a S. Paolo, la Chiesa di
S, Paolo, i negozi dove si possono acquistare pregevoli tessuti (damascati,
appunto) e gioielli di raffinata fattura.
Dovrei
continuare a lungo, ma mi fermo qui, con una domanda assillante: se tornassi
ora, in quei luoghi, li troverei ancora intatti o la guerra fratricida ha distrutto
quel che per millenni era ancora in essere?
E quei
bambini? Per favore, smettetela di fare la guerra!
Danila Oppio
Quanti "allora" si dovrebbero ricordare, purtroppo!
RispondiEliminaE quante Siria abbiamo sotto gli occhi, e per i bambini e per le donne e per tutti coloro che stanno morendo ammazzati per una o mille cause che, oggi, non han più ragione di essere.
E dopo ci dicono che stiamo andando avanti, sì, ma solo col tempo al quale non frega niente di come viene impiegato, o no?
Grazie Danila
Gavino
Di quel che pensa il tempo, non è dato oggi sapere, Gavino. O no?
RispondiEliminaAngela Fabbri
Di quel che pensa il tempo, Angie, non ci è dato di sapere, ma molto più spesso non sappiamo neppure cosa pensano gli uomini, quando producono danni così irreparabili come guerre fratricide, o genocidi di massa. Io credo che non possiamo saperlo, perché queste persone non pensano alle conseguenze del loro operato ovvero, sono privi di cervello!
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