Dani ti
chiedo un favore. E fai tranquillamente.
Quando hai
voglia e tempo rileggi qualche pagina del Sesso degli Angeli, che adesso ti
indico? (Dal 1° Libro) pag. 42.
(Dal 2°
libro) pag. 72 ( dal capoverso "Ritrovai il mio grande letto azzurro
nella limpida luce di una sera...") e poi pag. 73 e pag. 74 (fino a
"Entrai nel gioco").
Mi hai detto
che leggi i libri in modo affamato e allora vorrei sapere cosa ti fa pensare
rileggere questi pezzi.
Grazie.
Angie
Quella pagina 42, Angie, è piena di amore! Un amore donato e
un amore ricevuto. Ma, a mio avviso, l'emblema assoluto dell'amore è proprio
quello di permettere la piena libertà del volo. Quelle spalle che “odoravano
troppo di amore per te”...questa è la frase che più mi ha colpito.
Pag 72 e 73: la penna d'oca, trovata in mezzo alle altre
piume, quella che cercavi per poter scrivere il libro, Ovvero l'ispirazione,
“Un'ansia d'amore, una mancanza di amore così forti che non potevo non
ricordarli”.”Una montagna stava nascendo tra noi due”...(quel fuoco sotterraneo
da vulcano in eruzione...passione? Tormento? Ma gli scossoni allontanavano
l'uno dall'altra...)
Hai descritto un amore impossibile, travolgente tanto che
fa paura!
Il mio pensiero è questo: la tua sete e fame d'amore, che
hai riversato sull'angelo, che ti attrae e nel contempo ti spaventa...se ho
sbagliato a capire, ti chiedo scusa.
Posso solo dire che quelle pagine sono emblema di alta
scrittura. Perché per me scrittura non
significa solo saper usare la grammatica e la sintassi, e neppure inventare una
storia, ma saper esprimere sentimenti forti, sviscerare l'anima dal più
profondo, con metafore e graffiti che incidono il cuore di chi legge!
Grazie per avermi riproposto queste pagine...le avevo
lette, ma divorando i libri, a volte non ci si sofferma sul gusto delle spezie
più fini!
Dani
Ecco, adesso
ripeterò a modo mio le parole di Calaf nella Turandot:
" Il mio
mistero è chiuso in me
oh no!
E dal silenzio
risorgete
stelle.
L'amore mio
io rivedrò! "
Credo di non
avere altre parole.
Angie
Nel mio racconto “Gabriel”
faccio fare a Dio una riflessione
sull'Arcangelo " Ci sono davvero miriadi di cose in quest'anima, ma ha
imparato a controllarle [...] "
Sì, ci sono, ma talvolta sono un peso troppo
grande da sopportare. E naturalmente parlo di me.
Quando un'anima è
troppo sensibile, registra fatti del passato e presente, e ai fatti assomma
sentimenti, siano essi positivi o negativi, ovvio che a volte il peso grava opprimente.
Ma io ricordo le parole di Gesù e, per chi non crede in Lui come figlio di Dio,
resta pur sempre un grande Maestro di vita:
"Il mio
giogo sarà leggero", nel senso che Dio non ci dà mai un carico che le
nostre spalle non siano in grado di sorreggere. O se non vuoi far entrare Dio
nel discorso: nella nostra vita non ci sarà mai un peso così difficile da
portare. Perché sapremo sempre come scaricarci di dosso quelle scorie in
sovrappiù. Nessuno ci obbliga a portare macigni, quando bastano pochi sassolini,
per farci da zavorra! E' necessario buttar via bagagli ingombranti.
Chiudere in un baule quel che ci allontana dalla felicità, e gettare la chiave,
Abbandonarlo in soffitta, tra i ricordi che fanno male. E dobbiamo rispolverare
veli leggeri e i gioielli più preziosi del nostro passato, indossarli come le
odalische, e danzare alla vita. Se il galeotto deve portare la palla al piede,
privato della libertà, noi dobbiamo recidere la catena, e liberarlo. Il
galeotto è tutto quel che riesumiamo dal passato, di negativo, che trasciniamo
nel presente. Per quale ragione? Si gira pagina, e si scrive un'altra storia,
possibilmente positiva!
Naturalmente mi dici cose impossibili da
realizzare. Ognuno di noi è se stesso perché è tutto quello che di bene e di
male ha attraversato...
Noi siamo quel che
abbiamo vissuto, Angie, è vero, ma è altrettanto vero che parte del nostro
vissuto è da buttare. Quante sciocchezze o errori abbiamo combinato da giovani
che non vorremmo aver fatto? A me è successo e anche se mi sono serviti per non
rifarli di nuovo, resta pur sempre roba vecchia da buttare nei rifiuti. Se
dovessi vivere pensando a quel che avrei voluto fare e non ho fatto, a quel che
invece ho fatto e non avrei voluto fare, mi porterei appresso un bagaglio di
cianfrusaglie inutili che appesantiscono il mio cammino esistenziale. Si
cambia, nella vita, ci si rinnova sempre. Ed è quel che è giusto fare. Non
siamo stati fatti con lo stampino rigido, ma di materia plasmabile,
rimodellabile, come il pongo! Mi riferisco all'anima, alla nostra interiorità!
Non c’è cosa impossibile da realizzare. Se l'Uomo si fosse fermato davanti alla
parola IMPOSSIBILE, non avrebbe fatto un passo avanti nella ricerca, nella
scienza e tecnologia. Saremmo ancora a cercare di accendere il fuoco nelle
caverne. Eccoti un aforisma che potrebbe spiegare meglio ciò che ti ho scritto:
Soltanto una cosa rende impossibile un
sogno: la paura di fallire.
Paulo Coelho, L'alchimista, 1988
Ma il mio sogno non è buttare via
quello che ho vissuto. Sta là. Dove io non sono più. E non sono certo le
sciocchezze che ho fatto quando ero una giovane-cucciola che mi tormentano.
Sono le cose rimaste irrisolte, sai? Quelle cose importanti che non sempre puoi
prendere o fermare, anche se qualcuno ti tira per la giacchetta. Perché? Perché
la vita ti porta da un'altra parte e, quando si è giovani, il futuro non lo si
può far aspettare, e, quando si è vecchi, con tutto il tempo di tornare
indietro, indietro non si può più tornare.
A parte tutto, la morte di mia madre mi ha distrutto,
non perché mi senta in colpa, non ha senso, so che ho fatto tutto
quello
che potevo per lei, allora, per le capacità che avevo, ma
perché mi manca. Mi manca e basta.
E
adesso mi arrivano altre urgenze alle quali non so come far fronte. Il passato
non mi aiuta. Il presente nemmeno.
Mi dispiace, ma scegliere una frase di un
autore diventato famoso, per aiutarmi, è stato profondamente profondamente
sbagliato.
Se avessi avuto paura di fallire, da un pezzo
non scriverei più. Sono quello che sono: un autore bravo e interessante,
talvolta fin troppo ricco (tanto è vero che Il sesso degli Angeli è come se tu
lo leggessi solo adesso) ma senza sponsor. Va così.
E tutto quello che è dentro di me non voglio
certo buttarlo via. Alla fin fine ho dovuto riconoscere che ho vissuto molto.
Senza saperlo.
Angela
Angie cara,
quando ho scelto quell'aforisma di Coelho, ero lontana mille miglia dal
collegarlo alla tua scrittura. Io l'ho letto sotto questa angolatura: tante
volte si rinuncia ad un sogno, per paura di scontrarsi con la realtà. E in
particolare mi riferivo a questa tua frase:
Naturalmente mi dici cose
impossibili da realizzare
Diventa
impossibile realizzare le cose, solo quando frapponiamo un ostacolo che ci
creiamo noi stessi, e che spesso è sinonimo di paura di non raggiungere
l'obiettivo. Ma mi riferivo ai rapporti con gli altri. Al non voler esporsi più
di tanto. Al tacitare sentimenti, per timore che non siano compresi. So che tu
eccelli nello scrivere e per te desidero un grande successo. Ma, ripeto, non
era su questo che verteva la nostra conversazione, piuttosto sul
"mistero" e sulla difficoltà di comunicazione con quella tua amica.
La scrittura non c'entra in tutto questo.
Capisco che
mamma ti manca, la ferita è ancora aperta, è da poco tempo che è scomparsa
dalla tua vista, ma c'è ancora. Ti guarda e ti protegge. Ti manda angeli in
carne ed ossa, a farti compagnia. Spiuma le loro penne, e le fa nevicare nella
tua anima, ed è per merito suo, che ne è uscita una persona come te! Tu sei il
suo futuro, quel che lei ha seminato. Lei vive ancora in te, con te, e per te.
Ricordo che
più volte mi hai riferito che ti ha insegnato a scrivere bene, ti avrà
sicuramente, da buona maestra, sollecitato a leggere molto. Ne è uscita una
scrittrice di pregio. Con te, lei ha realizzato la sua vita, perché il raccolto
della sua semina è stato buono e abbondante. E lei dal cielo, da quella
dimensione sovraumana (perché credimi, l'anima non muore, NON PUO' MORIRE!) ti
osserva con orgoglio e pensa: Ecco, questa è la mia creatura, le ho fatto
compiere i primi passi nella vita, l'ho indirizzata su una strada che lei ha
percorso - la scrittura - e poi lei ha imparato a camminare da sola. Noi mamme
mettiamo al mondo i figli non per noi stesse, ma per donarli al mondo. E se i figli
a loro volta donano al mondo qualcosa di bello, allora il Progetto della loro
vita è compiuto.
Ed è quel che
è stato. Ricorda e non dimenticarlo mai: TU SEI UN DONO! Lo sei stata per tua
madre quando sei nata, lo sei stata per lei nella vita, prendendotene cura, e
lo sei ora, per quelli che hanno la fortuna di incontrarti sulla loro strada.
Con 4 righe
di e-mail non si può esprimere tutto, io vorrei averti accanto, almeno per
qualche tempo, di persona, per dirti quello che sei per gli altri, poiché ognuno
di noi si vede con gli occhi della propria anima, che spesso sono miopi o
strabici... mentre chi ci osserva dall'esterno, ha una visione d'insieme, forse
più distaccata, ma anche meno critica.
Buon
risveglio e felice giornata
Dani
Adesso il
grande scrittore (mi prendo spesso in giro così, che mi toglie l'incenso dal
capo) si riempie le tasche di mollette, gonfiandole come le guance di un
criceto, e va a stendere.
Angie
Ho voluto chiudere così questo scambio di confidenze tra
due anime che cercano di aprirsi tra loro, con una battuta simpatica, di quelle
tue, Angie, per sdrammatizzare la seriosità di quanto ci siamo dette, della
sofferenza che emanano certe tue frasi, perché la vita è anche questa:
affondare nella quotidianità di azioni ripetitive e necessarie per la nostra
sopravvivenza di esseri umani, come quella di riempire le tasche come le guance
di un criceto! E allora si torna a sorridere!
Ciao!
Dani
Postilla
Ben
svegliata!
ho riletto
le nostre ultime email...le ho prese, assemblate, leggermente modificate (le
mie soprattutto, sul piano della scrittura, non del contenuto) e ho cercato di
entrare nel merito più profondo.
Credo che ci
siamo dette cose importanti, aperto il cuore e la mente. Da buone amiche.
E mi pare
anche che siano da conservare. Cosa ne vorrai fare, lo chiedo a te. Ma io le
conservo gelosamente.
In un
documento, perché si fatica a ripescare vecchie email, e quando ci si dicono
cose niente affatto banali, non mi piace neppure perderle nell'etere.
Ne ho dato
un titolo che mi è venuto spontaneo, e mi piace tantissimo. Riferendomi a
Gabriel, a Il sesso degli Angeli, ad Angie (a mio padre Angelo) a tua madre,
tuo Angelo custode in cielo, alle buone amicizie (angeli a modo loro
anch'esse), tutti noi siamo protetti da angeli custodi, e spesso ci rifugiamo
dietro l'ala di un Angelo. Il mio Angie (lo) sei tu!
Con
tutto l'affetto che non ho saputo esternare come avrei voluto!
Dani
Ma mia madre
non mi ha affatto insegnato a scrivere! A scrivere ho imparato a scuola e l'ho
affinato da me.
Certo ho
sempre fatto molte domande e mia madre mi ha sempre risposto, questo sì e anche
corretto, e gliene sono grata, quando, bambina, storpiavo le parole
che non conoscevo. E' da lì che inconsciamente decisi di studiare il
significato delle parole e quando, alla soglia delle scuole superiori, chiesi
un nuovo vocabolario perché quelli che c'erano in casa erano troppo vecchi e
obsoleti ( * ), fu lei a accompagnarmi in libreria e lo lasciò
scegliere a me. E io scelsi un Garzanti con indirizzo etimologico, un
vocabolario talmente ricco che lo uso tuttora anche se poi ho aggiornato il mio
parco italiano con dizionari delle parole straniere entrate in uso da noi,
dizionario tecnico, dei sinonimi e dei contrari e tanti altri.
Mia madre
aveva un vocabolario dei sinonimi e dei contrari che le aveva regalato suo
padre, cioè il mio nonno Arduino direttore di banca che non ho mai conosciuto,
e la prima volta che lo trovai negli scaffali dove stavano anche i libri
che mia madre aveva salvato dalla guerra, manco sapevo cosa voleva dire il
titolo, e lei me lo spiegò. Come mi lasciava cercare fra i suoi libri.
Ma non fui
certo incoraggiata a scrivere. I miei dicevano che mi toglievo ore al sonno,
poi mi lasciavano fare...
'Nemo (est)
propheta in patria' e, già da ragazza, aggiunsi con ironia "E tantomeno a
casa sua".
Basta.
In ogni caso,
perché pensare che siano le sciocchezze fatte o le cose sbagliate a essere un
peso? Queste si dimenticano o, se si ricordano, ci si ride su.
Il peso
immenso è dato dalle cose belle interrotte, dalle frasi non dette, dalle
persone che non tornano più perché non possono tornare più.
Questo è il
peso di cui ti parlavo e ti parlo.
Quando ricordo una di queste cose, io
la rivivo talmente che sono di nuovo là in quell'altro tempo, di nuovo con la
stessa persona accanto a me mentre scegliamo
insieme il dizionario d'italiano che mi accompagnerà per tutta la vita
(i dizionari costavano tanto allora).
Così riesco a
entrare nei sogni anche da sveglia, nei sogni... quando si rincontra chi non
c'è più come se ci fosse ancora.
Oh, là, sto
piangendo immersa a metà nel ricordo ma con la testa fuori da quel tempo e di
nuovo in questo tempo, e finalmente sono riuscita a dire perché, per me, è
fatica scrivere.
(* Zingarelli)
(* Zingarelli)
Se
andiamo avanti così, penso che potremmo scrivere un racconto a quattro mani!
Sui due piedi!
Per ora fermiamoci qui...
Dani
Angela Fabbri & Danila Oppio
Ma secondo te, Dani, davvero può interessare a qualcuno tutta questa polenta che abbiamo girato e rigirato insieme?
RispondiEliminaAngie
Io spero di si. ci sono considerazioni sulla vita che potrebbero davvero interessare a qualcuno, e tra l'altro, a noi sono servite a qualcosa! Allora, quando certi giornalisti scrivono le loro considerazioni, che si possono condividere o no, che fanno i lettori? Comperano i giornali e leggono! Chi visita questo blog, se è interessato ai nostri argomenti, leggerà! E se non lo fa,...peggio per lui! ahahahh!
RispondiEliminaDani
Entro in punta di piedi, non ho letto alcun libro dell'amica Angela ma mi pare di ascoltare di pensieri arcani, latenti, pure presenti, che vanno e che vengono, che sono andati e non tornano più e il lamento..nasce, sotto forma di memoria, che io definisco padrona del nostro ego più profondo.
RispondiEliminaLeggo di sacro e di profano in queste domande-risposte che possono e diventano edificanti per chi ne ascolta l'eco che mi pare vera.
Si legge del Bene e del Male, di filosofia di vita terrena che si vorrebbe aulica, in uno scambio di opinioni molto assennate, pure intime che "timbrano", mi pare, una buona amicizia.
Un caro saluto ad entrambe
Gavino