Quando
ci si imbatte in artisti di un certo calibro, non bisogna meravigliarsi se in
loro alberga un briciolo di pazzia. E’ fondamentale una certa irrazionalità,
affinché la creazione uscita dalle mani e dalla mente dell’autore abbia quella
particolarità speciale, che la distingue da opere piatte, informi o
insignificanti.
Van
Gogh era affetto da sbalzi d’umore repentini, vere e proprie crisi anche auto
lesive, momenti in cui si chiudeva nel suo mondo, nel quale era proibito l’accesso
a chiunque, alternati ad altri in cui si confrontava con amici pittori o
letterati, o si univa a legami d’amicizia, come con Gauguin. Attraversava periodi di grande misticismo, ed altri
di profonda depressione, panico, apatia, per poi riprendersi e ricominciare una
vita “normale”.
Ho
conosciuto un artista che, caratterialmente, gli è simile, col quale ho
comunicato per quasi due anni, tra alti e bassi, tra suoi repentini sbalzi
d’umore, durante i quali inveiva contro di me, a momenti di grande confidenza,
ad altri di depressione e, in quei frangenti, mi confidava di aver perso la volontà
di comporre i suoi scritti. Ma mi sono affezionata a lui, così che ho sempre
cercato di ascoltarlo, di seguirlo, di donargli il mio affetto sincero.
Di
recente, questa persona, a conoscenza di interventi cui dovrò sottopormi tra
non molto, mi ha scritto di voler starmi vicina, almeno con qualche telefonata,
perché – sue parole – non desiderava abbandonarmi. Gliene sono stata grata.
Qualche giorno dopo mi riscrive: “lo so, hai paura di perdermi, la stessa paura
che ho io”. Con questa affermazione, chiunque penserebbe che il soggetto tiene
alla nostra amicizia.
Gli
scambi epistolari continuano sull’onda di racconti basati sulla quotidianità,
compreso il ritorno alla scrittura, da parte sua. Non ho potuto che esultarne.
Così mi sono tranquillizzata, sicura che fosse uscito da un tunnel che Van
Hangh ha definito, simpaticamente, percorso da un trenino minerario, sul quale
viaggiare nell’esistenza.
Poi
cominciano ad arrivare e-mail dal contenuto non propriamente gentile, alle
quali credo di aver risposto con pacatezza Eccole:
Tu non sei, come mi scrivi, in e-mail,
protetta da un comodo anonimato (come dici che fanno certi tuoi lettori che
scrivono a te invece di commentare sul blog) “Io sono quella, e sono anche
l'esatto opposto, dipende dagli stati d'animo e dall'umore del momento”. Sul
tuo blog tu rispondi a me sempre con 'sermoni'. Che se fossero quelli di un
dolce sereno pacato prete di campagna ci sorriderei su, per la
loro ingenuità.I tuoi sono sermoni saccenti, pronunciati da qualcuno che professa di possedere la verità. Usi parole ovvie, come
se tu parlassi a un pubblico, e non a me, perché se quelle parole ovvie trite e
ritrite sono rivolte a me vuol dire che mi ritieni proprio un tapino.
E poi vuoi pubblicarle sul tuo blog dopo le
mie. Come a dire, guardate chi ho per le mani, non vi sembra una creatura
esagerata questa qui, questo Van Hangh? Per fortuna ci sono io che poi accomodo
tutto secondo verità.
Guarda, Dani, che il blog è tuo, è
secondo la tua coscienza che lo gestisci. E io alla tua coscienza ti lascio. I
tuoi sermoni da preti che sanno quel tanto di latino sufficiente a imbonire la
parrocchia, mi
hanno stufato.
Va bene, Van Hangh, tu l'hai intesa così. Io non avevo
nessuna intenzione di propinarti sermoni. Ma ogni tanto se tu non te la prendi
con me, non sei contento. E se non scarichi i tuoi insulti su Dani, di tanto in
tanto, non stai bene. Ieri sera mi pare che ci siamo scambiati e-mail normali.
Poi ti gira di dirmene quattro e anche otto.
Dunque, io mi sono molto preoccupata per te, quando mi hai
confidato, alcuni giorni fa, che eri a terra, che avevi addirittura pensato
alla morte. (E mi torna in mente Van Gogh). Che non volevi più scrivere. Ti ho sentito e sono stata male
per te. Se quel che ti ho detto, li consideri sermoni, fa come credi. Ti ho
trasmesso solo ciò che mi sentivo di dirti in quel momento. Non ho mai
pensato quel che mi stai dicendo, né in modo privato, né tantomeno pubblico. Ecco,
solo adesso lo sto pensando, ovvero, ora si che ti comporti da persona
esagerata. Se c'è una cosa che mi manda in bestia, è quando si modifica il mio
pensiero, quando mi si mettono in testa pensieri mai avuti, E' la tua testa
contorta, che ti fa dire cattiverie gratuite. E te la prendi anche coi preti,
colpendo me.
Le persone che non commentano, o che lo fanno attraverso
altre vie, non lo fanno privatamente, ma su Google plus o su FB. Perché in quella
sede leggono la pagina del blog che trasmetto su quegli altri canali, e viene
loro spontaneo commentare direttamente lì. Sta pur certo che, di quanto mi
scrivi, non pubblicherò più nulla sul mio blog, così non ti verranno in mente
pensieri strampalati su di me. (Ma questo post lo pubblico, a conclusione)Tu scrivi quel che senti, e ci tieni a difendere il
tuo pensiero, ed io scrivo quel che il cuore mi detta, perché quello è il mio,
e se sono stata educata cristianamente, ovvio che il mio pensiero - almeno in
parte - rispecchi il pensiero di Cristo e non quello del demonio!
Ho riletto con calma la tua ultima e-mail. L'ho riletta
analizzando ogni tua singola parola.
SERMONI SACCENTI
PROFESSO DI SAPERE LA VERITA'
PAROLE OVVIE, TRITE E RITRITE
RITENERE TE UN TAPINO? (tutto il contrario)
GUARDATE CHI HO TRA LE MANI..NON VI SEMBRA UNA CREATURA
ESAGERATA?
PER FORTUNA CI SONO IO CHE ACCOMODO TUTTO SECONDO VERITA'
I TUOI SERMONI DA PRETE MI HANNO STUFATO.
Ho estrapolato quanto mi hai scritto. E te ne ringrazio.
Di me hai distorto proprio tutto, e me ne dispiace molto. Credo di averti
dimostrato la mia totale amicizia, in mille e un modi. Credo di aver fatto il
possibile per esserti vicino, almeno col cuore, se non fisicamente. E l'ho
fatto volentieri,
perché ti voglio bene. E per tutta risposta mi vomiti addosso queste belle
paroline.
Se ogni tanto non ti fai prendere da questi momenti che
non riesco neppure a definire, tanto sono ingiusti e cattivi, non sei tu. Ma anche
questo fa parte di Van Hangh.
ciao
Dani
Fino
a che, ieri, ricevo come una secchiata di acqua gelida, questa e-mail,
imprevista ed imprevedibile:
Non ci riesco
mica. Non riesco a dialogare con te. Ci ho provato per quasi due anni e non ce
l'ho fatta.
Ho aspettato,
con pazienza, dopo aver tentato e ritentato. Risultato: niente.
Analizzi le
mie e-mail e me ne dai conto.
Compito
facile. Sono ordinate e precise.
Ho provato
tante volte a analizzare le tue e a parlartene. Ho tirato fuori delle cose
dal tuo polverone, senza risultato. Le tue successive risposte alzavano solo
altra polvere.
Oggi mi sono
chiesta perché non ti metti tu a rileggere le tue e-mail, soprattutto quelle
che ti è piaciuto pubblicare attaccate alle mie e te le studi e
cerchi di capirci qualcosa tu? Sarebbe un atto di umiltà e servirebbe a
scuotere la tua pigrizia mentale.Adesso sono stanca.
Lasciami in
pace.
Gli ho risposto così:
Come vuoi! Pretendi umiltà dagli altri,
dall'altro del tuo piedistallo! Anch'io sono stanca di sentirmi criticare.
Davvero da sfinimento. La mia pazienza ha un limite, ne ho avuta tantissima con
te, che passi da momenti di tranquillità ad altri d’insofferenza acuta verso
tutto e tutti. E spesso inventandoti motivi assolutamente assurdi.
Ho letto innumerevoli e-mail tue, di
cui mi parli nel dettaglio di piccole cose accadute durante la tua
giornata...ti ho seguito, ti ho capito..ma se appena ti racconto qualcosa,
allora nulla è interessante, perché tutto giostra intorno alla tua persona e
solo a quella. Ti bei di quel che fai e di quel che scrivi. Contenta per te, la
tua autostima è altissima e buon pro ti faccia, anche se quando diventa eccessiva, si trasforma in superbia, e questa non è certo un pregio.(Mi riferisco anche alle e-mail pubblicate in questo blog, non solo a
quelle private).
Ma sapevo che eri così, e ti ho
accettato per quel che sei..cosa che tu non fai con nessuno, perché ad un certo
punto...esci da quel trenino che viaggia nelle miniere, e sbandi. E raccogli
tu, la polvere che semini durante il tuo cammino…polvere di carbone.
Metti a dura prova la pazienza di chi
si relaziona con te, a durissima prova. Affari tuoi, se ami creare il vuoto
intorno alla tua persona. Ti lascio in pace, ma quel che dovevo dirti, te l'ho
detto in tutta sincerità. Buona vita, che sia piena di belle novità per te, te
lo auguro di tutto cuore. Di me non sentirai più parlare. Ti ho messo a disposizione
il mio blog, quasi l'ho creato per te. Ma solo quel che scrivi tu per te ha un
senso, gli altri sono pattume, ai tuoi occhi: sia quel che fanno e che dicono.
Bene, vivi nel tuo mondo incantato, nelle tue fantasie oniriche, spero che
quelle ti facciano compagnia e ti riempiano la vita.
Non sono mentalmente pigra, sono solo
molto stanca, stanca perché devo ogni giorno occuparmi di tante cose, casa e
persone (...) ma questo non mi ha impedito di relazionarmi con te e con altri
che mi sono cari. Però non ho a mia disposizione tutto quel tempo che tu hai
per i tuoi ragionamenti cervellotici, per elucubrare su cosa e sul come mi
scrive una data persona. La accolgo com'è, la ascolto, non vado a crear
paragoni: io sono migliore di lei, o inferiore a lei. Io scrivo meglio di lei,
o sono la depositaria della verità assoluta. NO, io sono una persona semplice e
lineare. Se a te non va come sono..bene, è stato bello averti conosciuto,ma non
impongo la mia presenza a nessuno.
Questa è l'ultima e-mail che riceverai
da me.
Stiamo parlando di una persona che per due anni non ha
fatto altro che parlare di sé, di quanto lui sia bravo a scrivere, nessun
scrittore scrive bene come lui. Stiamo trattando di una persona che parla solo
di sé, della propria vita, e se cerchi di dire qualcosa che ti riguarda,
neppure lo tiene in considerazione, come se le avessi inviato una pagina
bianca. Di una persona che sta ad analizzare come ti comporti con la sintassi e
la grammatica, ma non tiene in nessun conto quanto le comunichi.
Ecco, alla fine la colpa è mia, se non riesce a dialogare
con me. Mai si è chiesto se forse sia lui a non saper dialogare con gli altri,
poiché i suoi sono lunghi monologhi incentrati sul suo pensiero, la sua vita,
le cose che fa.
Van Hangh dice di essere un cuoco speciale. Ma più che di
tartine, di panna montata o di piccole varianti culinarie, non ho sentito
raccontare. Però questo signore è un gran cuoco…mentre se gli racconto di quel
che cucino – e alla mia tavola i miei ospiti hanno sempre molto apprezzato
quanto imbandivo loro – è solo porcheria. Così per la scrittura. Così per tutto
quanto mi riguarda. Ed io ho sempre incassato, tacendo.
A questa persona ho offerto un grande spazio su questo
blog, e Van Hangh mi inviava personalmente i pezzi che voleva fossero pubblicati.
In quel dato modo, con quelle date immagini. Ordinava, ed io ubbidivo. Tutti i
pezzi pubblicati, quelli delle e-mail, per intenderci, sono passati sotto il
suo vaglio, prima di essere postate sul blog. Se ci fosse stato qualcosa che
non gli piaceva, certamente mi avrebbe imposto di tagliare, non pubblicare,
modificare. Invece pareva andasse tutto a meraviglia. Ora dice l’esatto
contrario.
E quel che ho fatto per lui, è stato come tutto fosse
dovuto, per grazia ricevuta.
Ma no, io soffro di pigrizia mentale e sono priva di
umiltà, Mannaggia li pescetti! Da che pulpito!
Quindi, d’ora in poi, non leggerete più nulla di quanto
scrive Van Hangh!
Non darò spazio a persone squilibrate o squinternate.
Lascio la sua traccia, tutto quel che di lui ho
pubblicato, sotto il suo vero nome, in modo tale che non abbia a dire che per
lui non ho fatto nulla. Ho donato tutta la mia disponibilità, tempo prezioso
tolto ad altro, e ho raccolto insulti ad iosa, e un bel calcio nel sedere.
Beh, certamente sono un’ingenua, forse sono stata troppo
paziente e generosa, ma questo mi è servito da lezione. Su Versi in volo
pubblicherò solo quel che piace a me, e non quel che mi si chiede di
pubblicare.
Danila Oppio