Presentazione di "Il Viaggio"
metafora di vita Viaggio tra i ricordi,nel tempo passato o in futuro
immaginato, nella nostalgia di tempi lontani come nella realtà di ogni giorno
in un percorso già fatto o ancora da fare tra incontri, esperienze, addii,
arrivi e partenze. Viaggio visionario nel tempo e nello spazio alla ricerca di
altre realtà e altri mondi.Viaggio introspettivo alla ricerca di se stessi.
Informazione del libro
ISBN : 2120010300971
Edizione : 1a
Anno pubblicazione : 2013
Formato : 15x23
Foliazione : 260 pagine
Copertina : Morbida
Stampa : bianco e nero
Questa primavera, Laura ha vinto il primo premio del concorso poetico La Mole di Torino. Vi avevo partecipato anch'io, così come il poeta Gavino Puggioni e tanti altri. Gavino ed io abbiamo avuto il premio speciale, classificandoci tra i primi dieci. Per varie ragioni, non abbiamo potuto intervenire alla cerimonia di premiazione, alla quale invece Laura ha presenziato. Peccato! sarebbe stato il luogo giusto per incontrarci.
Ho poi partecipato al Concorso Nazionale indetto dal Caffè Letterario La Luna e il Drago, e una mia poesia, insieme ad un aforisma, è entrata a far parte dell'Antologia IL VIAGGIO - Metafora di vita - che ho ordinato e ricevuto ieri.
Nel leggerne il contenuto, mi sono imbattuta in un racconto che mi ha particolarmente colpito, poiché più che di una prosa, mi pareva d'aver sotto gli occhi pura poesia. L'autrice? Laura Vargiu.
E' stata una vera sorpresa, poiché non ero al corrente che Laura avesse partecipato anche a questo concorso. Così, i casi della vita, ci hanno ancora una volta fatte incontrare, anche se solo sotto forma di scrittura. Sono felice però che Laura e Gavino si possano conoscere a breve, per la premiazione di un altro concorso indetto dal Premio Nazionale di Poesia Città di Iglesias. Ma di questo parleremo in seguito, quando avrò notizie più dettagliate sui vincitori.
Ecco il racconto di Laura:
L’addio
A mia nonna
e al lungo viaggio della sua vita
Il momento è quasi giunto: tra poco lascerai
per sempre la tua casa.
Non è più la stessa da quando, appena poche
ore fa, i tuoi piccoli occhi verdi si sono chiusi al mondo. Per oltre
settant’anni ci hai abitato, gioito, sofferto, riposto frammenti di una vita
che, ormai, ti appariva non più tua. Il silenzio del tempo, si sa, sbiadisce i
ricordi, riducendoli a fotogrammi sconnessi di un lungo sogno vissuto da altri.
Eppure della tua esistenza sei stata protagonista come pochi lo sono della
propria; lo saresti stata ancora, se solo non ti fossi arresa a questa malattia
strana chiamata vecchiaia che alle umane stagioni, a poco a poco, ruba colori,
sapori, sorrisi.
Quelli del servizio funebre finiscono il
lavoro e una cassa di legno lucido t’inghiotte; già aspetta, laggiù, la
chiesetta del quartiere, approdo finale da cui chiedesti d’intraprendere
l’ultimo viaggio: uno dei tanti che la vita impone, il meno faticoso per chi
va, il più inaccettabile per chi resta. Non è forse la vita un incessante
andare, pure quando non ci si allontana mai, una concatenazione di viaggi,
propri e altrui, un susseguirsi di arrivi e partenze?
Sono venuti tutti per l’addio, anche quei
nipoti che, presi dai loro impegni frenetici, non andavano più a farti visita;
la tua vita semplice, invece, aveva sempre tempo per tutti quanti. Arrivasti
qui a vent’anni da un luogo di mare e miniere, con mani da cernitrice
irruvidite dal carbone e un baule colmo di vestiti e sogni d’una fanciullezza
rubata dal lavoro. Quel baule donò l’abito di seta gialla che ti cinse il
giorno delle nozze. Faceva il capraio, il tuo sposo: due giorni in paese e
dieci sui monti, lungo i ripidi sentieri percorsi dalle sue bestie. Il tuo
pensiero lo raggiungeva sotto cieli stellati di solitudine tra i profumi e i
bisbigli intensi della natura più aspra. Da tempo egli t’attende nel silenzio
di cipressi e fiori recisi, dove riposa pure il ricordo del primo figlio morto
ancor bimbo. Dei figli che seguirono, l’unico perduto è stato quello che la
terra ammaliatrice del continente non ha voluto restituirti. E mentre i torti
impietosi degli anni ti solcavano il viso, i tuoi racconti, gioielli preziosi
nello scrigno destinato ai nipoti, hanno continuato a profumare di salsedine e
rimpianti.
Il lungo viaggio della tua vita si conclude,
ma le impronte profonde dei tuoi passi leggeri restano qui, impresse in chi hai
amato e ti ha amata tanto, oggi e nei giorni che verranno.
Laura Vargiu
Ed ora la mia poesia:
Sono sempre in viaggio
Ho riposto un po’ a caso
Dentro un baule di plexiglas
Spezzoni di vita e pensieri
Sentimenti in miscellanea
Sofferenze speranze gioie
Cianfrusaglie (gli attimi sprecati)
Accanto ad oggetti di valore
Quei preziosi momenti
Collezionati nel corso degli anni
Il mio viaggio continua
E a ogni stazione del tempo
Raccolgo souvenir di vita
Alla dogana
Nulla da dichiarare
Pur traboccando d’amore il baule
E l'aforisma:
Viaggio spesso in incognito con la mente
Non portando i miei pensieri
Dentro una valigia trasparente
Danila Oppio
Augurando un sentito "in bocca al lupo" ai due poeti che stimo e ammiro, nella speranza di ritrovarci ancora, almeno virtualmente, in qualche altra occasione poetica!
Danila Oppio
La virtualità, a volte, accomuna persone e dà loro sentimenti veri.
RispondiEliminaUn racconto...una vita....l'amore
Una poesia....un viaggio....l'io del pensiero...ancora amore
Un abbraccio ad entrambe
Gavino
Ti ringrazio per quanto dici, Gavino. A volte la virtualità diventa reale, come per Laura e te, che presto vi incontrerete di persona,e per un'occasione molto speciale!
RispondiEliminaAttendo notizie al riguardo, riferite al premio del concorso poetico, ovviamente!
Cara Danila, ti ringrazio tanto per aver pubblicato questo post! In un commento a un post precedente di inizio mese ti facevo i miei complimenti, che ti rinnovo con vero piacere, per la selezione della tua poesia, nonché dell'aforisma. Se non ricordo male, ci troviamo entrambe anche all'interno di un'altra pubblicazione del Caffè Letterario La Luna e il Drago ("Storie di tutti i giorni"). Speriamo ci siano tantissime altre occasioni di incontro virtuale ma anche reale... prima o poi... già, davvero un gran peccato per Torino!
RispondiEliminaUn carissimo saluto,
Laura
P.S.: per quanto riguarda il premio a cui accenni, non preoccuparti: riceverai anche il servizio fotografico... sempre che la mia machinetta non mi faccia scherzi!
... macchinetta, naturalmente, scusa!
RispondiEliminaLaura
Lo spero proprio, mi farebbe molto piacere...così posso pubblicare un articolo che parli del Concorso Letterario di Iglesias, con qualche immagine. Se vuoi mandale direttamente a me, il mio indirizzo email è damanila10@gmail.com, oppure a Gavino,che spero mi girerà!
RispondiEliminaGrazie infinite
Danila