Due veneziani, uno gobbo e uno dal naso prominente, che non si potevano vedere neanche dipinti, quando si incontravano per strada, si scambiavano impressioni sul tempo, in modo apparentemente innocente, ma che in realtà, si rivelavano velati insulti.
Buondì Toni
Canappia mai de piovar?
Bondì a ti, Bepi
Gobone gobone speranze!
Una storiella analoga, sempre in dialetto veneto, è quest'altra:
I gobeti
Una sera, una sera de note
due gobetti se davan le bote
due gobetti se davan le bote
se ste zitti ve digo el parché.
Due gobetti di media statura
se parlavan di cose amorose
e i gaveva una matta paura
che i passanti li stesse a sentir.
Uno ghera il famoso Matia
l’altro ghera il fabbrica inciostro
che embriago de grapa e de mosto
insultava l’amico fedel.
Uno g’ha dito: “Va là te sé gobo !”
l’altro el g’ha dato ‘na pronta risposta:
“Se mi son gobo, ti non te sé drito:
drio la schena te g’ha un montesel”.
I se ga dito parole de ciodi
il se ga dato cadreghe sul muso
e i se andati a finire in quel buso
dove se beve un bicer de quel bon.
Belle belle belle, come quel tizio che aveva scritto Est Est Est a indicar che il vino, ciò,
RispondiEliminalì xera bon!
E de vino se parlava anca chì.
Angie che saluta tua madre e aspeta bone nove.
La sto canticchiando! E' proprio la stessa che cantavamo " 'sti ani en compagnia"!! Complimenti per averla rispolverata! Sono memorie da non disperdere!! Ciaooo
RispondiEliminaGiovanna
Contenta che sia piaciuta ad entrambe! Sono racconti, filastrocche, canzoncine dialettali, che col tempo, se non tramandate, finiscono nel dimenticatoio!
RispondiEliminaSalutoni a entrambe!
Danila