La rivisitazione, "mia", nel ricordo di un poesia recitatami a memoria da un amico; amico distrutto dall'eroina, eppure capace di affidarsi all'urgenza di scrivere e di leggere, ma soprattutto all'illusoria, baluginante gioia di crearsi istante per istante, giorno per giorno. Ti ho voluto bene, dimenticando il "tuo" nome.
"Alberi, in quanti
vi hanno ammirato
Quanti amanti hanno inciso i nomi loro su di voi
E quanti si sono affidati ai vostri rami più forti
Ma io, io non riesco a cogliere questa bellezza
E distruggo, distruggo solamente
Per l'incapacità di accogliere la presunzione del
creato
E raccogliere la pretesa del creare"
Coucou Sèlavy
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