POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

domenica, agosto 28

John Milton: On His Blindness

Domenica, 28 agosto 2016
Grazie, Danila - apprezzo senz'altro l'innata cortesia di Mondelli: un personaggio che (come devo averle già detto) ha un temperamento molto simile a quello di un nostro caro amico di famiglia, deceduto l'anno scorso, e nato ugualmente nel 1919. Poco diversamente, anche lui con l'esempio personale, desiderava scuotere il prossimo da quello che riteneva fosse un riprovevole "ozio" generale -- "... escludendo così dalla rosa di altre possibilità (gli dicevo io, per provocarlo benevolmente) proprio la condizione spirituale più idonea al filosofare più autentico?  Da parte dii chi, non avendo lasciato per nulla dormicchiare la propria mente negli anni migliori della propria esistenza, ha finalmente compreso quanto possa talvolta rivelarsi utile e saggio tirare i remi in barca; e,  per contro, molto più indegnamente ozioso continuare a voler agire ad ogni costo; e, in certi malaugurati casi estremi, farlo senza nemmeno rendersi conto di darsi d'attorno inutilmente -- o, peggio, di parlarsi futilmente addosso fino all'ultimo respiro!"
 Mi divertivo a stuzzicarlo: lui lo capiva bene, ne rideva allegramente -- e, però, sapeva anche di non dover ignorare del tutto le mie tipiche battute scanzonate solo in apparenza. Bisognerebbe forse riguardarsi, in proposito, quel meraviglioso sonetto di Milton intitolato "On his Blindness". Anche se dovesse già conoscerlo, Danila, glielo consiglio. L'essenziale è che ci si sappia ritagliare uno spazio vitale per "oziare produttivamente" ripensando con spirito nuovo a cose già viste o letture già fatte... anziché, come fanno i più, correre affannosamente appresso alle novità fine a se stesse da cui siamo ormai continuamente aggrediti. Sono sicuro che lei, Danila, con la sua ben diversa sensibilità, riesca a sintonizzarsi perfettamente con le implicazioni di questi miei ragionamenti. 
 Non mi riferisco al bravo Mondelli, ovviamente; credo davvero che un uomo della sua fatta non possa proprio fare a meno di "raccontarsi" con la (vana?) speranza (ultimissima dea...) di "svegliare, spronare, istigare ecc."...ma chi? Ahimè, uno stuolo innumerevole di persone che difficilmente saranno in grado di dargli retta non avendo conosciuto altro che un perenne, gratificante "sonno interiore" in vita loro; e quel genere di "sonno" troppo spesso va ricondotto anche a persone cosiddette "colte", persone anche molto "attive" nel senso utilitaristico della parola, o  individui  che potrebbero a buon diritto definirsi "appassionati studiosi", perché no,  e che invece, a ben vedere, appartengono alla categoria (oggigiorno sempre più diffusa) di coloro che di parole si abbuffano ed altrettante parole sono sempre pronti a regalare.  Ma la coscienza individuale essendo ormai paragonabile ad un rotolo di carta igienica, costoro,  lungi dal considerare semplicemente "eroico" ogni sincero, amorevole atteggiamento "missionario" nei loro riguardi, non di rado tenderanno a liquidarlo come "pedante",  se non addirittura "patetico". Una triste realtà, ma non occorre essere cinici per saperla mettere a fuoco: anzi, chi maggiormente se ne rende conto, tanto più profondamente ne soffre.

Un affettuoso abbraccio. 
Roberto


Non posso che ringraziare il fato, che ha un nome, Angela, per avermi fatto incontrare una mente così eccelsa, quale quella del Prof. Roberto Vittorio Di Pietro, con la quale dialogare su svariati argomenti. In questo particolare caso, sono venuta a conoscenza di una poesia di John Milton, che non conoscevo. L'autore è stato uno scrittore, poeta, filosofo, saggista e teologo inglese. E' considerato uno dei letterati britannici più celebri, apprezzati e influenti dell'epoca successiva a quella shakespeariana. 
   Data di nascita: 9 dicembre 1608,Cheapside, Città di Londra, Regno Unito
Data di morte: 8 novembre 1674, Chalfont St. Giles, Regno Unito
Poesie: Paradiso perduto, Paradiso riconquistato, Lycidas, L'Allegro, Il Penseroso
Opere: Comus, I nemici di Sansone,Arcades
Influenze: William Shakespeare, John Donne, Dante Alighieri, e altri.


Non sono in grado di tradurre in modo adeguato la poesia, per cui mi sono avvalsa di una traduzione  zoppicante, reperita nel web, e ho così cercato di renderla scorrevole in italiano. Mi aspetto una tirata d'orecchie da parte di Roberto, non sono una specialista nel settore. E non ho voluto scomodare mio figlio, di lingua madre inglese. 
Quando considero come la mia luce si sia spenta,
prima della metà dei miei giorni, in questo mondo scuro e vasto,
e che quell'unico talento che la morte nasconde
ospitato in me inutilmente,  penso alla mia anima che più pende
a servire il mio Creatore, e presento
il vero conto, per timore che lui, di rimando, mi rimproveri.
"Esige Dio un lavoro quotidiano, anche da chi non ha più la vista?"
Chiedo ingenuamente; ma la pazienza, per prevenire
quel mormorio, presto risponde: "Dio non ha bisogno
né del lavoro dell'Uomo né dei suoi doni particolari; coloro
che portano meglio il suo giogo docile, lo servono anche meglio; la Sua
condizione è regale - migliaia (di angeli) ai Suoi ordini corrono
per terra e per mare senza sosta:
servono Dio anche coloro che semplicemente stanno in piedi e aspettano.

4 commenti:

  1. Del Paradiso perduto di Milton conosco solo questo pezzo, per me cruciale:
    << Suo regno è nel cervello
    ed in se stesso
    può far dell’Ade un Ciel,
    del Cielo un Ade >>
    dove parla di Lucifero, cioè dell’Uomo.

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  2. Mi piace questo commento, anche se anonimo, ma credo di sapere chi ne sia l'autore, soprattutto riguardo a quel riferimento a Lucifero. Sbaglio? Allora grazie se sei tu!

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  3. Sono io. Angela. Fu un caso omettere il nome. Ormai era notte fonda
    (sai che l'orologio dei tuoi commenti non è veritiero) e troppo stanca per riaprire il discorso.
    Adesso ne approfitto per salutarti, Danila, e per ringraziare Roberto che, rispolverando Milton, mi ha fatto conoscere un altro tesoro da tener da conto:
    << servono Dio anche coloro che semplicemente stanno in piedi e aspettano.>>
    Dolce notte a tutti e tre. Anche Milton amerebbe riceverla.
    (Sono le 00:12 e mi firmo)
    Angela Fabbri

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  4. sai, Angela, anche a me ha colpito quel verso finale della poesia di Milton. Roberto aveva dato per scontato che la conoscessi, ma così non è. Per cui sono andata a cercarne sia la versione originale in inglese che la traduzione (che ho maneggiato io, magari impropriamente) in italiano. E ti ringrazio per avermi messo in contatto con Di Pietro, persona di grande valore artistico, culturale e morale! Felice di leggerti!

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