Nell'articolo precedente abbiamo trattato della scrittura, dagli inizi fino alla stampa.
Ora invece desidero parlare di calligrafia, ovvero la bella scrittura.
Ricordo i tempi di scuola, quando la maestra ci insegnava i vari stili di scrittura manuale: il posato, il rotondo, il gotico, il corsivo. Ma commetteva, come tutti, un errore di fondo: ci diceva: fate il compito in classe in bella calligrafia. Che senso aveva, se calligrafia significa già "bella scrittura"? Avrebbe potuto dire; stendete il vostro compito in bella scrittura, o in bella grafia.
A conferma di questa mia tesi, la stessa Accademia della Crusca dice:
Ricordo che mi insegnavano come scrivere bene, usando penna e calamaio, e pennini particolari, adatti ad ogni tipo di stile.
Quest'ultima prova di scrittura, in alcuni stili, cita un aforisma che dovrebbe essere inciso a caratteri cubitali nella nostra mente.
Oggigiorno la bella grafia non si usa più, tutti scrivono secondo il loro stile, a volte illeggibile come certe ricette mediche (per fortuna attualmente i medici usano il pc e stampano!).
Gli insegnanti tendono a dare priorità ai contenuti piuttosto che alla scrittura, ma poi si lamentano di non riuscire a leggere i compiti assegnati agli studenti, perché scritti con le zampe di gallina.
Danila Oppio
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