Alcune pagine di Roberto V. Di Pietro
tratte da
“COME VERSI, MURICI” (2006)
Il gioco è ritmo e armonia…la rottura dell’incanto si verifica
quando vi sono giocatori che non si sottopongono
alle regole e alla logica del gioco.
(Johan Huizinga)
Chi è lui? Tutto gioca con tutto
nell’universale danza.
(Mario Luzi)
L’uomo non può essere considerato seriamente che quando ride.
(Aldo Palazzeschi)
La speranza è un rischio da correre; anzi, è il rischio dei rischi.
(Georges Bernanos)
NON E’ DETTO
(Epigramma)
Huizinga…zinga! zinga!
Che bello buffo, il
mondo! Mi diverte
a un punto tale che,
se tutto pende,
ne rido – e, se sta
dritto, a crepapelle!
“Cavoli tuoi!...” –
Ah sì?...Io, per rispetto,
replico che di noi,
se anche mi beffo,
ch’io solamente
rida…non è detto.
C’è un vecchio motto
(o sia un proverbio nuovo?):
“La vita gioca, ma
non scherza troppo
se
mai si mette in gioco e rischia molto.”
) -
:
In principio era il
Verbo?...In principio era il sesso!
(A. Gramsci – Cronache
teatrali)
Is sex necessary?
(James Thurber)
Avessimo ciascuno
sensazioni diverse:
percepissimo le cose
ora come uccelli, ora come vermi, ora come piante…
(F. Nietzsche – Verità
e menzogna in senso extramorale)
INNATURALITA’
“Sei un etero? sei un omo? sei un bisex?”
Che improprietà in
quei gusti riduttivi!
No, no, signori,
stiamo in alto mare.
“La specie tua, di conseguenza, è quella
che si potrebbe dire…pansessuale?”
Che oscenità il
normale a tutti i costi!
La mia passione ha
sete d’altra linfa.
Cosa per voi quaggiù
inimmaginabile,
s’abbraccia all’impalpabile
dell’aria,
del fuoco ch’è
sostanza d’ogni luce;
si stringe a ogni
particola di terra
per suggerne una
goccia d’acqua viva.
Così si riproduce la
mia essenza:
per via di
(innaturale) gemmazione.
( -:
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Magna fuit quondam
capitis reverentia cani
(Ovidio – Fasti)
Per un Iddio che rida come un bimbo
un’anima si fa senza più peso
(G. Ungaretti)
Giovinetto tiranno, occhi di cielo
aperti sopra un abisso
(U. Saba – Vecchio e giovane)
LA TRAGICA VIGNETTA
(Epigramma)
Già tanto è triste, o
Dio,
a questa età
indossare il laticlavio,
s’è fresco ancora e
allegro
l’animo mio
fanciullo!
E nell’offrirne dal
mio scranno un palpito
al grande vecchio
d’oggi – il giovincello
canuto in cuore,
immalizzito in fretta –
averne, di soppiatto,
sulle spalle
la tragica vignetta
di un senatore in
festa? Travestito!
Col grugno d’un
maiale, e un bel codino.
) -:
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