POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

venerdì, maggio 15

Ismael Lo - Jammu Africa e le cavallette bianche




CAVALLETTE BIANCHE


Sì, è vero. In due si riaprono due mondi, due memorie, due vissuti. 
La POLIO, ho un'amica che l'ha presa da bambina e da sempre cammina con una gamba + corta. L'ha presa quando già qui noi del NORD ci ULTRA-VACCINAVAMO da anni e per anni: l'ultimo fu lo zuccherino SABIN? ce lo davano ancora i primi anni delle Scuole Superiori. Ma certo il SUD ITALIA, per i Governi di allora, era un po' come oggi l'Africa per tutti i Governi del Mondo: C'E' TEMPO C'E' TEMPO... Sì, ci sono grandi TESORI, sia nella nostra 'Africa' che in quella vera, ma per ora... Quelli della nostra cominciano a essere valorizzati adesso, ad es. con la BASILICATA e i suoi SASSI. Quelli dell'AFRICA vera, detta una volta AFRICA NERA, è ancora lasciata nell'oscurità del suo Sole, per dare il tempo a noi Occidentali di estrarne TESORI (smeraldi, oro, persino il materiale + fino per fare i nostri CELLULARI...) e rimandare la trivellazione di POZZI. NON di petrolio, che lì ci pensano già gli EMIRI di MINSODOV e MINSOCOSA per comprarsi NON SO COSA che non abbiano già! NON di PETROLIO, MA di ACQUA! Che di acqua ce n'è tanta, in AFRICA. TANTA, ce n'è TANTA.
L'altro giorno me ne ha parlato l'amico meccanico di biciclette, chiedendosi e quasi chiedendomi: COSA  SI  PUO'  FARE? 
Gli ho risposto: Mi sa, Filippo, che l'unico modo è PARTIRE IO e TE per l'AFRICA e ANDARE a TRIVELLARE...  

Angela

Sì. L'IGIENE. MA io non ho certo dato colpa a chi NON può avere IGIENE perché il mondo che gli hanno costruito intorno e addosso NON gliela permette. Per avere IGIENE ci vogliono FOGNATURE e ACQUA e ACQUA POTABILE.
E se vogliamo parlare di malattie orribili date dalla mancanza di acqua PULITA, parliamo del TRACOMA che flagella l'AFRICA. Quando dico FLAGELLA non sto usando un verbo di grande cultura, sto descrivendo COSA il TRACOMA fa. Pensate voi cosa vuol dire quando QUESTA malattia non curata arriva al punto in cui le CIGLIA non stanno più fuori a ombreggiare dolcemente l'occhio e a proteggerlo dal sole dal vento dalla polvere. Cosa vuol dire quando, a questo STADIO di malattia, le CIGLIA si rivolgono DENTRO L’OCCHIO.

Angela

Certo, c'è tanta acqua in Africa, ma a parte qualche bel corso di fiumi, l'altra si trova sotto terra e bisogna scavare. Per quanto si potrà trivellare? Siamo sicuri che non si prosciughi? Molte parti di quel continente sono deserte, il caldo fa evaporare e secca il terreno. Ma di questo problema sull'Africa dobbiamo parlarne a parte, si tratta di un argomento da sviscerare più a fondo. Per esempio, lo scorso anno c'è stata l'invasione delle cavallette nel Corno d'Africa che ha raso al suolo ogni coltivazione. Ma le peggiori cavallette sono da sempre state gli uomini bianchi, quelli che si credono civilizzati.
Angela, secondo te di che civiltà parliamo?  Uomini che mettono le catene ai loro simili, trattandoli come animali, Uomini che depredano materie prime che appartengono all’Africa, che sfruttano la manodopera anche infantile nelle miniere. Di questo dovremo parlare. Si dovrebbe parlare degli africani incatenati come buoi al macello e portati in America come schiavi e trattati peggio delle bestie. Delle Colonie create da noi europei. E certamente dello sfruttamento dei tesori che si trovano in quel Continente. Sono argomenti da approfondire e lo faremo, che dici?
Alla prossima
Danila

Dico che intanto potremmo parlare dell'Africa di oggi. Quella che l'ACQUA ce l'ha, eccome! Ma Danila, in un mondo che aveva cominciato con la suffragetta del Nord Europa a riparlare di ECOSISTEMA, di pulizia dei cieli, di uso diverso delle strade... e poi è stata interrotta sul + bello dal VIRUS  CORONA, è di ACQUA che dobbiamo parlare! Rispolverare vecchi concetti come quello del POZZO ARTESIANO! Guarda che gli esseri umani si sono dati da fare sulla faccia della Terra, non hanno solo fatto GUERRA e GUERRA! Gli Arabi hanno scavato la SICILIA tanti anni fa e creato giardini e irrigazioni... 
Ciò che a tutti, OGGI, sembra importante, crea solo PROFITTO. Ci ho pensato. E so che quel poco che ho e mi son guadagnata col lavoro mi basta e mi è sempre bastato. Dunque il profitto non m'interessa. Pensaci, profitto... significa SEMPRE approfittarsi di qualcuno.
E, dopo questa mini-conferenza, chiudo.
Buon domani.
Angela    

Certo, potremmo parlare dell’Africa d’oggi. A chi intessa rispolverare la tratta dei  negri, l’apartheid, le guerre per accaparrarsi territori del continente africano?
Che importa più della corsa all’oro, ai diamanti, ai safari durante i quali si uccidevano elefanti a migliaia per ricavarne avorio. E felini per farne pellicce. E coccodrilli per eleganti borsette?  Per non dimenticare il gas libico.
Oggi si pensa a dare al popolo africano cultura, aprendo scuole, e  occuparsi della salute,  costruendo ospedali, dove operano i medici senza frontiere, del tutto gratuitamente.  E pozzi perché l’acqua è l’oro bianco.
E non sono solo i missionari cristiani (con questo termine comprendo anche quelli separati dal cattolicesimo) ma tante organizzazioni definite Onlus o no profit (su questo si dovrebbe aprire una parentesi, perché non sono ben sicura che non ricavino profitti) come Emergency o Amnesty International o Medici senza frontiere.
Certo, sarebbe meglio parlare di pozzi artesiani, ma anche insegnare nel contempo le norme elementari d’igiene , perché se bevono l’acqua dove prima si sono lavati,  qualcosa va spiegato.
In Africa ci sono abitanti acculturati, che hanno studiato presso le università europee. Non tutti abitano ancora dentro i tucul, se non in luoghi isolati.
Sono però dell’idea che noi europei, che tanto abbiamo fatto per conquistare l’Africa e i suoi favolosi prodotti, dovremmo riscattarci dai nostri precedenti comportamenti egoistici, per ricompensare con aiuti veri. Come? Per esempio come costruire scuole, ospedali, strade, insegnando ai locali come coltivare la terra, e via dicendo.
Mi dirai che lo abbiamo già fatto, che lo stanno facendo i missionari religiosi e laici. Certo, il caro Padre Federico ci racconta regolarmente di quanto stiano lavorando in Centro Africa. Ma quanti centri missionari vi sono in quel vasto territorio? E perché lasciare che siano solo loro a dare un concreto aiuto alle popolazioni africane? Perché ci lamentiamo che stanno arrivando barconi carichi di giovani che cercano di scappare da una situazione impossibile? E perché invece non andiamo sul posto, e insegniamo loro a crearsi una vita degna di essere vissuta? Non facendo noi lo scavo per i pozzi artesiani, ma insegnando loro come si fa? Dando loro gli strumenti per farlo? E se lavorano “insieme” a noi, perché non remunerarli con il giusto salario? Allora sarebbe la fine dell’emigrazione verso l’Europa, perché è giusto che restino nella terra che ha dato loro origine. Perché è dolore doverla lasciare.
Comprendo che non sarà un impegno facile, perché ci sono ancora guerre etniche, e sono crudeli. Ma qualcuno deve pur aiutare il popolo africano, cominciando con l’evitare lo sfruttamento del sottosuolo. E non solo. Sappiamo che la parte dell’oceano Atlantico dove si affaccia il Senegal e non solo, è sfruttata dagli europei e non solo.


Mafia della pesca e voracità europea: il Senegal rischia la crisi alimentare.


Il sovra-sfruttamento ittico dei mari africani da parte dei pescherecci europei rischia di trasformarsi in una bomba umanitaria che travolgerà anche il vecchio continente. Greenpeace: "Presto il mare non sarà più in grado di sfamare la popolazione"
I mari dell’Africa occidentale sono al collasso. Le cause? Sovra-sfruttamento ittico, degrado ambientale, corruzione. In Paesi come il Senegal, in particolare, il sistema delle licenze di pesca è in mano alla criminalità organizzata. Che, con la complicità di politici e imprenditori, sta letteralmente svuotando quella parte di Atlantico. A rivelarlo sono le associazioni locali dei pescatori, che avvertono: “Di questo passo potrebbe non esserci più pesce entro dieci anni”. Un declino allarmante dovuto anche all’iperattività dei pescherecci stranieri, a partire da quelli europei. Che, in un solo giorno, possono catturare tanto pesce quanto 56 piroghe locali in un anno. Risultato: nel più importante mercato ittico senegalese, quello di Joal, ora si è potuto trovare il 75% di pesce in meno rispetto agli anni precedenti. Una bomba a orologeria sia in termini ambientali che sociali: oltre alla possibilità di rimanere senza pesce, infatti, cresce il rischio di conflitti, pirateria ed emigrazione clandestina. Soprattutto verso l’Europa.
Come volevo dimostrare, noi “Uomini Bianchi” siamo cavallette che divorano distruggendo molte possibilità di sopravvivenza nel continente africano. Tutto questo causa pirateria anche locale, e la causa maggiore di quanto succede, è da imputare ai governi degli Stati africani, corrotti fino al midollo. E perché? Perché noi europei, razza bianca che si è sempre creduta superiore a quella nera, abbiamo insegnato anche come attuare le porcherie che da secoli  ci sono proprie e che si possono racchiudere un una sola parola frase: SETE DI POTERE.
I pozzi sono solo una goccia d’acqua in un mare di egoismo sfrenato. Possono aiutare una piccola comunità, ma se ho voluto parlare di quella massa d’acqua che è un oceano, e che dava lavoro e da mangiare alla gente autoctona che si occupava di ittica, è da lì che bisognerebbe vedere quanto male abbiamo fatto e stiamo facendo agli africani. E pensiamo di farci perdonare scavando pozzi?
Hai ragione, Angela, da quale parte bisogna pure cominciare, ma i pozzi artesiani sono solo piccole gocce d’acqua in un oceano di schifezze che abbiamo e stiamo ancora perpetrando noi, popolo civile dell’economia mondiale,  in un oceano di enormi schifezze.
 E gli aiuti umanitari corrispondono a un sassolino che spesso fa male dentro la scarpa delle multinazionali. Gli interessi economici uccidono ogni buona iniziativa.
Danila

1 commento:

  1. Insisto che l'ACQUA da BERE è ciò di cui tutti abbiamo bisogno. Noi esseri umani siamo + delicati e l'acqua deve essere PULITA, ma tutto il mondo vivente nel mondo ha bisogno di ACQUA. E là, dove non c'è, deve intervenire la creatura che ha preso il predominio sulla Terra: l'UOMO. Non ho detto il Maschio Umano, ma da millenni è lui che domina le Comunità Umane e forse gli farebbe bene imparare fin da bambino come è difficile lavare i piatti senz'acqua... E finora è stato compito delle mamme umane insegnare COME si sta al MONDO.
    Angela Fabbri

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