Partecipai a questo concorso, con la mia opera
IL GIORNO DEL RICORDO - 10 FEBBRAIO
Ho ricevuto comunicazione dell'esito della giuria, e non sono tra i premiati, ma mi hanno confermato l'attestato di partecipazione. Decisamente non mi interessa. Desidero però rendere pubblica questa mia composizione poetica, perché la ritengo di una certa importanza, anche se la giuria non l'ha accolta positivamente. So che la premiazione avviene a S. Quirino (PN) dove anche se avessi ottenuto qualche riconoscimento, non avrei potuto recarmi, della qual cosa la Presidente della Giuria Marinella Rosin e il il direttore e ideatore del Premio Luigino Vador sono informati. Tra i premiati, ma guarda un po', al primo posto sua moglie Nicoletta Ros. Sarà anche un'ottima poetessa, ma la cosa mi puzza e non poco.
Viene spontaneo pensare che se l'autore non può presentarsi per ritirare l'eventuale premio, viene scartato immediatamente. Capita nei vari concorsi per i quali l'organizzazione punta sulla presenza dei vincitori per rendere la presentazione più interessante.
Viene spontaneo pensare che se l'autore non può presentarsi per ritirare l'eventuale premio, viene scartato immediatamente. Capita nei vari concorsi per i quali l'organizzazione punta sulla presenza dei vincitori per rendere la presentazione più interessante.
Per quanto mi riguarda, io non posso spostarmi neanche se fosse il solo Virus ad impedirmelo, per ragioni familiari, e quindi parto dal presupposto che sarebbe per me difficile ottenere un premio, anche se la mia opera fosse meritevole.
Ed è questo che non mi va giù. Mi pare disonesto e per ora solo qualche Concorso che reputo serio, mi ha premiata nonostante la mia assenza, e spedito a domicilio quanto avevo ottenuto. Dire che sono disgustata da queste diversificazioni tra i partecipanti, è un eufemismo.
Non ce l'ho con questo concorso in particolare, ma ho colto l'occasione per evidenziare un atteggiamento che è accomuna diversi - per fortuna non tutti - organizzatori.
Per questo ho deciso di selezionare SOLO i concorsi onesti dove non è obbligatoria la presenza dell'autore premiato, e dove i premi possono essere ottenuti attraverso la spedizione a domicilio, previo il giusto rimborso delle spese postali.
Chi mi conosce sa che non ho peli sulla lingua, anche se spesso inghiotto i rospi e taccio, ma quando qualcosa non mi quadra, allora graffio.
Ho detto tutto. Grazie per l'attestato di partecipazione che non significa nulla.
Ho detto tutto. Grazie per l'attestato di partecipazione che non significa nulla.
Danila Oppio
Il Giorno del Ricordo
10 Febbraio
Fu una tragedia che si consumava
verso la fine della II guerra mondiale,
mentre sull’Europa già soffiava
il vento rasserenante della pace.
Ora, quasi tutto il mondo tace.
Trieste fu l’unica città europea
ad essere liberata da due eserciti.
Ma tutto questo non impedì la tragedia
di tanti italiani arrestati dai soldati di Tito
e condotti i Slovenia,
nei campi di concentramento
oppure infoibati a Basovizza o Opicina.
E lo ricordiamo ancora con sgomento
il dramma di queste terre di confine
che il trattato di pace jugoslave rese.
Ma non finì qui, poiché poco dopo
la grande fiumana dell’esodo riprese.
Si trattava di una grande comunità
che pagava l’espatrio pesantemente
con la perdita delle proprietà
e della personale identità.
Ma che cosa sono 28.000 persone?
Sono anche mestieri, professioni,
gente dalla propria storia personale
che va di là del mare, verso l’ignoto.
Qualcuno ricorda il suono dei martelli
che battevano sui chiodi delle casse,
come campana che suonava a morto.
Avanzavano tra edifici abbandonati,
mortalmente pallidi di paura.
Due volte al mese la grande nave partiva
dai camini il fumo al cielo saliva
come incenso, negli animi s’insinuava
il sottile tormento e l’ombra
dell’inquietudine, e l’incertezza
che ognuno provava con amarezza,
per l’aria di disgrazia che aleggiava.
sugli amici che incontravano per strada.
Partì il mondo dei mille mestieri,
l’operaio e l’artigiano, il contadino e il carraio,
il muratore, il bottaio e il fornaio,
Partirono gli operai di fabbrica, i fonditori,
i meccanici, i motoristi i fabbri e i tornitori,
i calzolai, lo stagnino, il pastaio
il barbiere, la rammendatrice, i garzoni
i pescatori con ancora addosso
l’acro odore d’alghe e di salsedine.
Del vino e i mattoni i piccoli artigiani,
e potremmo elencarne altri ancora.
Partirono i padri dei ragazzi partigiani.
Invano avevano tentato di far fronte
ad una incomprensibile civiltà.
Quale male avevano commesso
per meritarsi quel mondo in cui sentivano
non avere alcuna possibilità, speranza vana,
di condurre una vita vera, realmente umana?
Sradicati dalle loro case, dalla terra
che avevano lavorato, dal loro ambiente
che d’improvviso non sarebbe più loro stato.
Maledetta guerra, orribile errore abissale!
Come Pascoli terminò l’ode 10 Agosto
Anch’io di fronte a certe offese
credo sia appropriato definire il mondo
"quest'atomo opaco del Male".
Danila Oppio
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