Alcuni guardano una foto o leggono una poesia o un racconto e si convincono di
aver capito tutto ciò che c'era da capire. Danno all'autore una classificazione
merceologica, lo incasellano, gli appiccicano in fronte un'etichetta, lo
inquadrano nell'insieme come vorrebbero che fosse. Guardano, leggono, valutano
i segni di quella singola opera. Fanno due più due e immaginano che l'autore di
quella storia appena letta abbia determinate idee sui più disparati argomenti. Poi si spingono in voli pindarici a
interpretare tutto: religione, politica, cultura, immaginano cosa pensi sugli
immigrati, sugli amori finiti, sulla droga, sull'aborto, sulla prostituzione,
sulla guerra, sulla musica. Lo ritagliano come fosse un omino di carta e poi ci
aggiungono i loro pensieri, forse i loro desideri più nascosti o le loro paure
inconfessate. Ma non provano a camminare sulle strade chiare ed evidenti che
conoscono di quell'artista. No, inventano di sana pianta. Si commuovono,
provano pietà, ma non arrivano a capire che l'artista usa la fantasia
attingendo alla realtà.
Una foto di un cimitero? Poverino, l'ha scattata
sicuramente quando è andata a trovare i suoi cari defunti il giorno dei morti.
Una poesia sulla violenza? Le ha fatto molto male
quell'uomo, quanto mi dispiace per lei.
Un racconto sulla povertà? Certo, dev'essere dura
per lui andare avanti così.
E via di seguito. Un giudizio continuo, sommario
e... lapidario.
Ma perché non imparate a lasciare libera tutta la
bellezza dell'espressività? Quello che c'è dietro ogni forma d'arte è empatia,
sensibilità e tecnica. L'artista non deve donarvi le chiavi della Salvezza
eterna o la Pace o la Speranza che cercate affannosamente. Non deve cambiare la
vostra vita.
Basta con questi finali consolatori, con il lieto
fine e le rime baciate! Finiamola con le parole scontate, i fiori, i cuori, la
speranza ad ogni costo, i gabbiani sul mare. Qui si vive e si muore. L'artista
racconta, inventa, si immedesima nella storia di altri uomini, donne, bambini,
anziani, declinando modelli sempre nuovi di realtà e finzione. Qui c'è il
sangue, c'è il pianto, c'è la morte. D'accordo, non c'è solo questo, ma c'è
anche questo. Accettatela questa realtà, cercatela, combattetela se non vi
piace, ma non fuggitela. E' l'unica cosa che avete e non la volete.
E' legittimo interpretare ma non vi fossilizzate su
invenzioni solo della vostra mente. Finirà che l'artista vi darà solo ciò che
volete voi, per ricevere i vostri apprezzamenti. Pacchi confezionati con il
fiocco rosa e dentro niente, solo la Speranza che reclamate a gran voce. Alla
fine avrete il "Dono" che vi meritate. Una tela bianca, una pagina
bianca, parole vuote.
Luisa Bolleri
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