Molto affamata era la cagnetta
quando s’apprestò accanto a me audace
lasciandosi accarezzare il bel testone
fin che le allungai un pezzo di rognone.
Ma non appena ebbe a sazietà mangiato,
volendo di nuovo coccolarla, io tenace,
ringhiosa mi mostrò gli aguzzi suoi canini
aggredendomi con l’ira sua mordace.
Accadde così che, dopo tal cagnara
dovetti allontanarla dal mio prato
non era proprio il caso di rischiare
di sprecar con lei dell’altro fiato.
Andò ringhiando sempre la cagnetta
girando intorno al prato e alla casetta.
Abbaiava con tal grande accanimento
che alfin crollai esausta per sfinimento.
Danila Oppio
Inedita
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