Te lo rammenti quando mi cantavi:
- Fiore fioretto, fior di malvasia – ?
quando mi ripetevi: – Anima mia –?
quando con gli occhi vivo mi mangiavi?
T’avevo dato allor tutte le chiavi
del cuore, e tu ci stavi in signoria:
avevi attorno a te per baronìa
le muse, e pegasei e i sette savi.
Ma lo sapevi che non erano vezzi,
capelli e trine; e te lo ricantavo.
- Frullerai via avanti che finisca -
Ora non ho, ahimè, chi mi carezzi,
chi mi diverta, ahimè, chi mi fa schiavo,
chi mi sbaciucchi, ahimè, chi mi tradisca!
Vittorio Locchi
Questa è dolcissima e mi ricorda le poesie di Massimo di Simone Pierfederici...
RispondiEliminaAngela Fabbri