La
strada era lunga, e lei non ne intravedeva la fine.
Quel
che era sicuro, e ne aveva l’assoluta certezza, rappresentava quelle porte
blindate, che sprangavano a ogni istante alle sue spalle. Non le era possibile
tornare indietro.
Non intravedeva neppure vicoli o scappatoie. Doveva camminare sempre avanti.
Non intravedeva neppure vicoli o scappatoie. Doveva camminare sempre avanti.
All’inizio
il suo passo era spedito, poi il lungo percorso l’aveva sfiancata, le gambe non
reggevano la fatica, e il respiro si faceva più corto.
Per
quanto tempo ancora doveva camminare, e per giungere dove?
Le
sovvenne che un modo c’era, per ripercorrere la strada a ritroso: i ricordi.
Tornava col pensiero alla sua infanzia, ed ecco che ridiventava bambina. Alla
sua gioventù collegava l’amore, il matrimonio, i figli. E così via, fino a
ritornare al presente…e allora il passo, almeno per un poco, diventava più
leggero. E continuava a proseguire, come poteva, in compagnia con tutti quelli
che la precedevano, la affiancavano e la seguivano.
Si
era accorta che, da qualche tempo, un tizio le stava alle spalle, la seguiva a
ridosso, aveva un accento tedesco. Qualcuno le suggerì anche il nome, a tratti
lo scordava, in ogni caso, non riusciva a pronunciarlo in modo corretto.
Poi
quel tipo si pose al suo fianco, con fare subdolo cominciò a corteggiarla,
insinuando le affilate grifagne dita tra i suoi capelli, come se volesse
afferrarle i pensieri.
Era
un infido filibustiere, in attesa del momento opportuno per sfilarle qualcosa
che le apparteneva. Un ladro in guanti gialli, senza dubbio.
Non
era, però, oro o denaro, quel che mirava a scipparle, bensì qualcosa di ben più
prezioso… la strada di ritorno, i ricordi cui lei teneva tanto…
Quella
carezza sui suoi capelli sbiancati dalla canizie, falsa come il bacio di Giuda,
poco a poco le portò via la memoria, i ricordi, passati e presenti…
-
Qual è
il nome di quel tedesco che mi corteggia tanto insistentemente? – chiese la
nonnina al nipote che la sosteneva durante la passeggiata mattutina.
-
Alzheimer,
nonna – le rispose - ma non ti preoccupare, ti starò accanto, anche se presto
mi chiederai “chi sei?”.
Danila
Oppio
Dani, raramente ho letto qualcosa di così bello, che stritola e poi porta il sereno. Grazie di averlo scritto.
RispondiEliminaAngie
Grazie di cuore, un tuo apprezzamento davvero insperato, un vero regalo!
RispondiEliminaDani