Bello e impossibile
Di Martina Salerno
Un papillon
rosso caraibico su due ali nere del tight, e il naso aquilino.
T’avevo già
adocchiato d’inverno, ma non destavi alcun interesse. Sapevo che l’estate
sarebbe stato il tuo cavallo di Troia. Saresti entrato nel mio cuore con forza
e astuzia, bucandomi difese e corazze.
Bastardo! Mi
avresti spaccato il cuore ma ero pronta ad accoglierti come il migliore degli
amanti.
Sfacciato! Sei
arrivato con la nave da crociera, sei sceso dalla passerella e tra una palma e
l’altra ti sei mosso dinoccolato e lieve.
– Molto lieto;
Red.
– Piacere mio.
Mina.
Perché ti ho
accolto così? Cos’avevi di tanto speciale da farmi rifiutare tremila altri
pretendenti? Ognuno di loro avrebbe fatto follie per me, per cogliere il mio
dolce frutto maturo, dattero orientale da donare al migliore.
Avrebbero volato
fino a bruciarsi le ali contro il sole.
Eppure ti
scelsi. Non avevi rivali. Nessuno poteva toccarti senza ferirsi. Facesti strage
di cuori. Dieci cento, mille ingenue come me videro prosciugare i loro umori,
restarono senza lacrime. Alcune si strapparono i capelli.
Solo d’estate
gli altri notarono quante rovine avevi lasciato dietro il tuo passaggio.
Cosa farò adesso
che mi hai preso tutto dalla testa ai piedi e persino l’anima?
Cosa farò,
bastardo d’un punteruolo rosso?
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