CONCORSO STRAORDINARIO DI POESIA: RICORDANZE
Il circolo culturale Hostaria delle Immagini
di Cortemaggiore (PC) ha indetto una edizione straordinaria del concorso di
poesia dedicato agli importanti
anniversari ricorrenti nell'anno 2017 suddivisi fra letteratura e storia.
Riporto solo la parte che riguarda la letteratura, poiché ho partecipato a questo concorso per la ricorrenza indicata in grassetto, relativa a Baudelaire.
Letteratura:
-190 anni dalla morte di Ugo Foscolo
-60 anni
dalla morte di Umberto Saba
-150 anni
dalla nascita di Luigi Pirandello
-200 anni
dalla morte di Jane Austen
-150 anni
dalla morte di C. Baudelaire
-490 anni
dalla morte di Niccolo Macchiavelli
Oggi ho ricevuto il premio: Targa personalizzata e Diploma d'Onore
La poesia che ha ottenuto il premio è la seguente:
Ma ubriacarsi di
qualcosa…
(A 150 anni dalla morte di Charles Baudelaire)
Baudelaire sognò…
Sognò d’affiancare
ai “Fiori del male”
poemi in prosa, brevi.
Poemi notturni, evocanti
l’atmosfera parigina
di malinconia grevi.
In quello spleen particolare.
Sono ancora fiori del male,
liberati dalle rime, dalla metrica,
e per tale motivo, il Poeta
non li raccolse, quasi da asceta,
come fosse poetica normale.
Prosa, come liberazione
messa a raffronto, con ragione,
all’essenza vera della poesia?
Così sognò, Baudelaire,
il miracolo della prosa poetica.
Una rapsodia in grigio, un’arbitraria
sequenza d’impressioni,
che fa volteggiare
nell’aria,
un senso di malinconica esistenza,
di quel che Charles definì flâneur
contrapponendolo al viveur.
Vagabondando incuriosito,
fra tavoli parigini dei bistrot,
il poeta s’immerse in un bagno
di folla, e tra le vie de La Ville Lumière
narrò del disagio, suo compagno.
Baudelaire vorrebbe cercar rifugio
non importa quando o dove,
purché in un diverso altrove.
S’interroga il poeta:
"Chi, di noi, non
ha mai anelato
al miracolo d’una prosa
poetica,
priva di ritmo e di
rima,
eppur musicalmente
elastica
adeguata ai movimenti
lirici dell'anima, alle
ondulazioni
di un sogno sognato a
occhi aperti,
ai sussulti della
coscienza?“
La raccolta dei poemi parigini
in prosa, contiene aneddoti,
confessioni, dialoghi, storie
madrigali, discorsi, mendicanti,
ragazze di strada, una rosa
formata da petali di memorie,
nel cui amaro calice,
racchiude
moltitudine e solitudine.
La sua immaginazione
è intrattenimento che distrae
il nulla che lo consuma:
"Non importa ciò
che potrebbe
significare la realtà fuori di me,
se mi ha aiutato a
vivere,
a capire chi sono,
commisto
all’avvedermi che
esisto".
“Occorrerebbe essere
sempre ubriachi. Tutto è lì:
in quest’unica risposta.
Per non sentire
l'orribile fardello
che grava sulle spalle
e spinge verso terra. Apposta
è necessario ubriacarsi
senza tregua. Ma di che cosa?
Di vino, di poesia o di
virtù.
Di tutto quel che si
desidera.
Ma ubriacarsi di qualcosa"
Esisti ancora, Charles, non temere,
rivivi nei tuoi splendidi florilegi,
Les fleurs, Petits poèmes
en prose.
Le
spleen de Paris, scrisse Le Figaro
E tra i
tavolini dei bistrot.
Danila Oppio
Nota dell’autore:
Immersa nelle sue ultime
parole, estatica,
questi miei versi
assumono,
fortemente ispirati, e forse
privi d’estetica,
una lieve espressione
poetica, che mi ha inebriata
e che va a confondersi nella
poesia prosastica.
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