Ripropongo questa bella poesia, di una bellissima donna, attrice, poetessa e altro ancora.
Un giorno ammetteranno di avermi ingannata
Confesseranno
grideranno ad alta voce di aver inventato la volontà per schernirsi di me.
Era un gioco, diranno,
Uno scherzo andato troppo oltre, una boutade per passare il tempo.
E la colpa che mi bussò al petto a chi fece da svago?
Le risposte puntute mi fissano
spalancando putride bocche bavose
ed è tempo delle punizioni,
sempre
tempo dei rammarichi,
ancora
tempo di nostalgie e di meccanici ‘tornassi indietro
Sì, vivrei!’
Tempo di occhi rivolti in eterno dentro le orbite
girandolfritti
andati in fumo
e il fumo chiamare visione?
ma il fumo è fumo e quel che rimane
non è che un lenzuolo bruciato che chiamai vita,
buttato lì,
in attesa di putrefarsi,
finalmente,
ma senza ansia,
ecco vagamente, vanamente.
Vuote le parole, vuote le orbite, vuoto il mio grembo,
vuota l’immaginazione e il cuore mio
Come bavosa crosta glissa tra i giorni, così vuoti di me.
grideranno ad alta voce di aver inventato la volontà per schernirsi di me.
Era un gioco, diranno,
Uno scherzo andato troppo oltre, una boutade per passare il tempo.
E la colpa che mi bussò al petto a chi fece da svago?
Le risposte puntute mi fissano
spalancando putride bocche bavose
ed è tempo delle punizioni,
sempre
tempo dei rammarichi,
ancora
tempo di nostalgie e di meccanici ‘tornassi indietro
Sì, vivrei!’
Tempo di occhi rivolti in eterno dentro le orbite
girandolfritti
andati in fumo
e il fumo chiamare visione?
ma il fumo è fumo e quel che rimane
non è che un lenzuolo bruciato che chiamai vita,
buttato lì,
in attesa di putrefarsi,
finalmente,
ma senza ansia,
ecco vagamente, vanamente.
Vuote le parole, vuote le orbite, vuoto il mio grembo,
vuota l’immaginazione e il cuore mio
Come bavosa crosta glissa tra i giorni, così vuoti di me.
Silvia Pegah Scaglione
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