Nota: non si tratta di versi nati da insensibilità alla morte del grande scrittore che ammiro, quanto dal fatto che vien dato risalto alla sua dipartita quando, a causa del Covid-19 ci sono stati migliaia di persone che hanno perso la vita senza un addio, un elogio funebre, una sepoltura onorevole. Molti corpi sono finiti in una fossa comune o cremati senza che fosse stato loro preciso desiderio. Buttati via come monnezza, direbbero a Roma. Se da un lato la notizia del decesso di Sepulveda mi ha rattristato (è mio coetaneo e come tale lo ritengo ancor giovane per lasciarci) dall'altro me la sono presa per i governi che non sono intervenuti immediatamente per frenare il contagio. Hanno pasticciato, e lo stanno facendo ancora. Incompetenti? Forse. Impreparati? Anche. Ma se questo virus ha messo in ginocchio intere popolazioni, i politici gli hanno dato carta bianca. Sbaglio? Non so, temo di aver ragione.
A Dio, Luis Sepulveda.
SEP-ULVEDA SEP-OLTO
S’è n’è andato Sepulveda.
La morte apre tutte le porte,
incorona la testa, e cade
raggiungendo così nell’Ade
persone famose importanti
e poveri vecchi pezzenti,
politici, mercanti e scrittori
senza concedere favori.
Però solo di gente famosa
se ne sente parlare a iosa.
Delle sconosciute persone
non se ne fa manco il nome.
Sepolti in fossa comune
Senza un saluto, o esequie
Forse neppure un Requie(m)
Nessuno ne resta immune.
E sono milioni, sono troppe
le vite che s’en van a frotte.
E c’è ancor chi indifferente
dice: “ma chi se ne fotte!
Così funziona il malgoverno
tardando i soccorsi, gli aiuti.
Ma che s’en vada all’inferno!
Coi miei più sentiti saluti.
Danila Oppio
C'è molto di vero in quel che dici, Danila. E il molto è riguardo ai morti.
RispondiEliminaPer i vivi...
c'è altro da fare
tirar su le maniche
e ricominciare.
Angela