Questa silloge poetica è stata pubblicata dall'Editore di Largo Libro nel 2016
RECENSIONE di DANILA OPPIO
O tempora o mores!
O tempi, o costumi!
Seneca il Retore (Suasoriae VI.3), commentando la corruzione dei costumi, chiama in aiuto Cicerone con queste parole: "Tuis verbis, Cicero, utendum est: o tempora! o more!
Dobbiamo usare le tue parole, o Cicerone: o tempi! o costumi!. Cicerone, infatti, deplora spesso la corruzione che si è diffusa anche tra i politici e rimpiange il passato proprio con questa esclamazione: o tempora, o mores! che si ripete in varie orazioni. Oggi l'esclamazione ciceroniana è spesso usata in tono scherzoso o bonariamente polemico.
L’autore Tommaso Mondelli, parafrasando Cicerone, ha scelto un titolo che, pur seguendo le tracce dello scrittore e oratore latino, non fosse pedissequo. Tempora et mores.
I tempi sono passati, ma non ci sembra che siano cambiati molto, dall’epoca romana. La corruzione è un male che scorre come veleno, e percorre i secoli e i millenni.
Mondelli, nelle sue poesie, con piglio pungente, disegna i comportamenti dei politici attuali, degli economisti che, invece di far economia, sperperano patrimoni che sono della Nazione e non loro personali. Il tutto, a danno dei poveri italiani, cui non resta che piangere, proprio come in quel film del 1984, di Massimo Troisi e Roberto Benigni.
In effetti, abbiamo le mani legate, poiché il popolo non ha più voce e deve subire le decisioni di un governo che non opera per l’interesse del popolo ma per proprio tornaconto. Però non ci restano solo lacrime! Al poeta, la soddisfazione di comunicare, con le sue composizioni poetiche, quel che accade in questi tempi, non la si può negare. Mani legate, dunque, ma lingua sciolta!
Sono felice che Mondelli, dopo un periodo piuttosto difficile, trascorso in ospedale per un suo delicato intervento, e poco dopo, in lutto per la dipartita di sua moglie, abbia ripreso la volontà di continuare nella scrittura. “Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli” è diventato anche il suo motto, non solo dell’Alfieri. Così, dal secondo semestre dello scorso anno, fino a pochi giorni fa, ha inanellato versi per una nuova silloge. Le ultime poesie le ha composte dopo aver festeggiato il suo 97mo compleanno.
Che dire? Non è da tutti, essere scrittori prolifici.
Conosciamo però la grande inventiva dell’autore, che segue il corso degli eventi, e li traduce in rima. In questa silloge possiamo gustare anche versi su argomenti non propriamente di natura politica. Tutte le poesie sono spassose e da gustare interamente.
E concludo anch’io con la parodia del film di Benigni e Troisi : “non ci resta che ridere!”
Bravissimo Tommaso Mondelli, sono certa che non ti fermerai qui.
Per meglio far conoscere ai lettori lo stile e il pensiero sulla vita dell'autore, mi piace pubblicare una sua composizione inserita nella silloge che stiamo trattando.
La quinta c’è
Della vita le stagioni
sono cento primavere
siano toste, siano nere
va secondo le regioni.
In attesa cinque sono
altrettante dell'amore
se le senti nel vigore
e le volgi come dono.
La prima lunga assai,
la seconda, si pensosa,
talvolta è tempestosa
se non badi dove vai.
Se attento guardi e fai
e non sprechi la salute
con i vizi e le perdute
buon uso e quel che sai.
Sono i vizi a logorare,
gli abusi senza senso,
gli usi al basso censo
da poterti condannare.
Di qualcosa resti fuori
ma se punti tieni duro,
vai diritto a muso duro
vedi cento altri cuori.
Serena è sta vecchiaia
se è in lieta compagnia
se non hai, in fede mia,
per la quinta, e così sia.
Ho bene usato la testa
così ora prenoto la sesta.
Nota dell’autore
Le poesie di questa raccolta hanno popolato la mia
mente per circa sei mesi in un tempo non lieto, offuscato
da complicazioni di carattere sanitario tanto per mia
moglie quanto per me stesso. Mia moglie è venuta a
mancare a fine febbraio scorso. E, poco prima della sua
dipartita, fui sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
Quelle poesie, cui avevo dedicato il mio pensiero,
furono poste poi in un angolo morto del mio computer,
senza una precisa destinazione.
Trascorse le feste pasquali, Danila mi chiese se in
questi ultimi mesi io avessi scritto qualcosa. Accennai alle
poesie, dicendole che per il momento non avevo deciso
cosa farne, e che forse non ne avrei fatto proprio nulla. Mi
chiese se ero propenso a permetterle di leggerle, e mi
parve indelicato non aderire alla sua cortese richiesta.
Dopo pochi giorni mi disse che sarebbe stato un
vero peccato lasciarle nell'ombra. Non le risposi subito,
ma tenuto conto che si sarebbe dedicata ad un'accurata
rilettura, in vista di una eventuale pubblicazione, accettai
il suo invito a disporle per la stampa, che avrei affidato al
mio editore preferito.
Di questo e della sua presentazione, ringrazio
Danila di tutto cuore.
Tommaso Mondelli
E a quanto pare, Mondelli ha prenotato e vissuto anche la sesta stagione pur se si è creduto che la sua esistenza sarebbe durata molto di più, pensandolo molti di noi, immortale. Ma tale resta, nei suoi libri in prosa e poesia, tutto di lui rimane, così come nei nostri ricordi.
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