Konstantinos Kavafis |
A troppa, triste, voluta
Solitudine incompresa
(Roberto Di Pietro)
Incompresa
solitudine?
Forse causata
da una donna o uomo
che fosse - che repulse
l’amore e girando
sui tacchi
indifferente, un
biglietto
d’addio sul letto lasciò?
E versò così tanto
fiele amaro, e livore
su di un’anima
persa
che, dileggiata,
divenne
ancora più assetata
di quel bisogno d’amore
irrimediabilmente avulso
o forse mai
ricambiato?
Corre voce che il senso
più ascoso, delle poesie,
di certo quelle ermetiche
si scova e si scopre
“sotto 'lvelame de li versi strani”.
Sentimenti
occultati
che si debbono celare,
ma si posson interpretare
“così colà dove si puote
ciò che si vuole,
e più non
dimandare”,
Non so sia vero,
però inutile
sondare
l'animo d’un poeta.
Mai confiderebbe
a
noi ordinary mortals
il vero senso del
poema.
Risponde il Poeta:
“Oh grullo! Se sei così tonto
non capiresti lo
stesso
che te lo spiego a
fa’?
Danila Oppio
Nessun commento:
Posta un commento