POETANDO

In questo blog raccolgo tutti gli scritti, poetici e in prosa, disegni e dipinti di mia ideazione. Recensioni stilate da me e da altri autori. Editoriali vari. Pubblico poesie, racconti e dialoghi di vari autori.Vi si possono trovare gallerie d'arte, fotografie, e quant'altro l'estro del momento mi suggerisce di pubblicare. Sulla banda destra della home page, appaiono i miei e-book poetici ed altre sillogi di alcuni autori. Così come le riviste online de L'Approdo e de La Barba di Diogene, tutto si può sfogliare, è sufficiente cliccare sulla copertina. Aggiungo che , sempre nella barra a destra della home page ci sono mie video poesie, con sottofondo musicale. E' sufficiente cliccare sull'immagine per ascoltare testo e musica, direttamente da YouTube. Tutte realizzate dalla eclettica Anna Montella., Ci sono poi i miei libri scritti nel corso di circa 10 anni. Buona lettura e buon ascolto!

mercoledì, ottobre 26

Plaisir d'amour (plus que ma vie) di Coucou, Sèlavy!



Fantastica versione di Coucou! Un'interpretazione di tutto rispetto e, mentre ascoltate, leggete questa sua sofferta poesia:

FRATELLO



Fratello d’estreme unzioni quotidie
Vorresti ancor tu, come me
Rifugiarti nello stile, fare lo stilita
Dall’alto di una colonna
Bestemmiarti in quanto madonna
Orfano e vedova, mai padre
Seppellito in abbracci che ricalcano cristologiche crocifissioni?
Come madri carezzevoli noi vi abbiamo accolto in un mormorare di onde flessuose e rilanciato indietro, adunchi, gli spilli che appuntaste sui nostri cuori
Oppure no
Essere feriti è ferire
E quale che fosse il confine un corpo valeva l’altro, per davvero
A questo mondo, intanto
Hanno smesso le bastonature –non ve n’è più bisogno!- dacché nessuno vuole sporcarsi le mani, e vano è divenuto ogni odio, d’insofferenza piano, taciuto, segretamente profuso e consensualmente diffuso fino ad annichilire l’Uomo
Io ricordo soltanto che


Dormivamo appesi per i piedi, e poi battevamo la testa per quell’allungamento provocato dalla forza di gravità
Mentre qualcuno giudicava gli armadi che soli ci ospitavano, noi non chiedevamo che di marcire nel ventre ‘nvostro e marciare di ferma e furiosa fede
Oh ci internassero, sì, una volta per tutte
E fosse solo per restare, senza via d’uscita … Invece di ronzare, ronzare, ronzare
Perché sono troppe vite che ci gettiamo dalla finestra per rientrar subito dopo in casa – una porticina sul retro, niente portone principale - accompagnati in ciascun passo scandito, cantato, da maggiordomi ingannevolmente luciferini

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