Pure, l'amore che volevi l'avevo io da darti;
l'amore che volevo - lo dissero i tuoi occhi
sciupati e diffidenti - l'avevi tu da darmi.
(Konstandinos Kavafis - Sulle scale)
Tu, povera creatura, la bellezza
assisterai tornare un sogno in questo
tuo muto cuore, che dal sogno io sciolgo
con mute colpe.
(Piero Paolo Pasolini - Cinque Poesie d'amore)
A te, o Costantino - e a te, Pier Paolo;
ma ricalcando, in vaga trasparenza,
un rimorso cosciente o inconsapevole
di Guido del Meleto, il mio Gustavo.
Crespa di ricci biondi,era mimosa
caduta sul vialetto. Malinconica,
fra sé sospira (O conscia del mio sguardo?):
"Gialla gaggia, mi chiamano..." (Stupisco;
quasi che m'abbia letto nel pensiero.)
"No, Perché mai?", ribatto, allegro. Ride.
"Lo sono! - dice - E' l'albero i cui fiori
compaiono assai prima delle fronde...
ma sulla pianta a lungo non si fermano.
Anche di primavera duran poco.
Son ciocche profumate...ah! te le strappano!
Per regalarle. Omaggio alle...signore."
(Morbido eloquio, sorprendentemente
soave e colto, senza accento alcuno.
Donna gentile; e triste. O madre, forse?
che mi stringesse a sé? Le stavo appresso
come rapace e agnello quella sera,
nell'ombra, oltre il chiarore di un lampione
sul ponte degli amori, al Valentino.)
"Lasciano i rami, e il tronco. Ancora vivi...
teneri e forti insieme - non mi credi? -
come i tuoi occhi...verdi? Misteriosi.
Quanti anni hai?...No,zitto! Un po'...ti piaccio?...
Fammi un bacetto, allora...(sorridevo)
Già quando è estate, sai...se giù dal cielo
non scende goccia a dissetarle...scopri...
che le tue foglie secche...non si contano.
Fuori stagione...è un nuovo tradimento!
Te le ritocchi. Giusto? Ti ravvivi.
Hai voglia di vederle...fin più gialle!
dei primi fiori andati. Vuoi che sembrino
più magiche...preziose! Non ciuffetti,
boccoli d'oro fino...(e buone, docili,
le mani mi tendeva)...perlomeno...
a lume di candela? Eppure, spesso,
intimamente preghi, speri che...
(C'è un posto qui, - le dico - ci fermiamo?)
...non sian soltanto un'esca per gli esteti...
poeti senza cuore...i grandi cinici...
(La cingo in vita:è segno di diniego.)
Ah! così è, però. Finché...per sbaglio?...
m'arrivi tu! Un bambino...un..." (Ma quel timbro...)
"Vero?...(Ad un tratto equivoco! Oh incredibile!...)
"Vero? Che tu?...(Non più lo stesso: roco...)
"...non sei dei loro?..."(Scuro! oh inconfondibile!)
"Rispondimi...Che fai?...adesso? Ah! fuggi...
Gustavo! (Sussultai: quel nome! Il mio.
Non mi voltai. Sentii che singhiozzava.)
Lo vedi? Avrei dovuto..."(Alzavo il passo.)
"Il bravo artista!...Scrupoloso...onesto...
che quelli come noi...gaggie? da niente...
(Correvo. Mi straziava quella voce!)
...li guarda da scrittore! il giorno dopo.
Ci accosta, lui! E perché? Mah, per...descriverci!
Bugiardo solo io? Su va'! Dipingimi!..."
Roberto Vittorio Di Pietro
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Così l'Uomo sta alla Donna: agnello da amare, rapace per essere amata.
Angela Fabbri