Da Come conchiglie, liriche
V Capitolo - Al Dio Ignoto
Ho trovato anche un altare
su cui era scritto: Al Dio Ignoto
(Atti degli Apostoli - 17,22-33)
Tommaso domandò:
"Perché sono esistite queste cose?
Perché così si sono rivelate?"
Sophia Jesu Christi)
Ma se, nel Giardino, quel serpente
fosse mai mancato,
l'uomo non sarebbe stato tale,
sarebbe stato Dio.
(Marco Pallis)
Pensieri tirati sulla corda
d'un'interrogazione senza fine
non lasciano vivere, non hanno risposta.
(Mario Luzi)
Questo ho scoperto: che Dio fece l'uomo
naturalmente semplice; ma lui
s'affanna appresso a tanti,
tantissimi perché.
(Qohelet)
Antonio De Pereda: Giobbe
In vece sua
Lebbroso incancherito, devastato
cadavere e sepolcro di se stesso,
chiedeva - pretendeva...- una ragione:
"Che male ho fatto? O Cielo, dimmi!...quale!"
"Zitto..." - implorò la donna - "Giobbe, invocala!
Solo la morte ti potrà salvare..."
Non s'arrendeva l'uomo; non sapeva
d'una scommessa del suo Dio Signore.
Qualcuno insinua che (sussulto estremo
di un'eco estinta salvo nelle tombe)
un'ultima domanda, la più grave,
poi gli sfiorò le labbra - ah no, esecrabile.
La formulò fra sé: "Tu? Tu...abbassarti?
da giocatore! a un tavolo...con Satana?"
Lassù fu colta; e forse non dispiacque
se, in vece Sua, rispose Qohelèt.
Roberto Vittorio Di Pietro
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