NOIA
Noia, lima dei nervi e del cervello
nebbia, figliola della mia fortuna:
potessi arrandellarti nella luna
al braccio di un poeta filunguello.
Lui ti terrebbe in mostra zimbello
e t’offrirebbe in versi alla sua bruna,
io ti beffeggio non n’azzecco una,
e in istediarmi sudo e m’arrovello.
Ma tu t’aggrappi a me senza crollarti
con la misera e l’altre mie galere
che n’ebbi in fasce e avrò dentro la bara.
Per affogarti bevo, pe’ accecarti
fumo: ed in braccio a te tutte le sere
mi trovo, a gola secca e bocca amara.
Vittorio Locchi
Vittorio Locchi (Figline Valdarno, 8 marzo 1889 – capo Matapan, 15 febbraio 1917) è stato uno scrittore italiano e militare interventista Impiegato nell'amministrazione comunale di Venezia, fu acceso interventista. Partecipò alla prima guerra mondiale sul fronte dell'Isonzo; imbarcato sul piroscafo Minas diretto in Macedonia, morì nell'affondamento da parte di un sommergibile nemico al largo di Capo Matapan.
È autore di raccolte di versi che riecheggiano i poeti popolari toscani del Tre e del Quattrocento, da Cecco Angiolieri al Burchiello. Ma fu celebre grazie al poemetto (La sagra di santa Gorizia), che, in lasse di versi sciolti e con tono epico-misticheggiante, rievoca la conquista della città da parte delle truppe italiane (9 agosto 1916). Curò anche un'edizione di Strambotti e ballate di L. Giustinian.
Nessun commento:
Posta un commento